Italia
Unioni civili: Forum famiglie, nuovo testo unificato «assolutamente peggiorativo»
Il nuovo testo «unificato» sulle unioni civili depositato dalla senatrice Cirinnà alla Commissione Giustizia del Senato, dopo una lunga serie di audizioni, «è assolutamente peggiorativo, e soprattutto non appare come una proposta di mediazione, non tiene conto delle varie posizioni ascoltate negli ampi dibattiti delle scorse settimane, e si limita a proporre una unilaterale esasperazione delle caratteristiche più faziose del modello di regolazione delle unioni civili per le persone dello stesso sesso». Lo sostiene oggi il Forum delle associazioni familiari in una nota. «Di fatto – si legge nel testo -, a una rapida lettura, l‘impressione è questa: ‘abbiamo ascoltato tutti, e adesso continuiamo a fare di testa nostra’. Come Forum – insieme a tanti altri esperti e a tanti parlamentari membri della Commissione Giustizia – avevamo fatto una serie di critiche e avanzato numerosi suggerimenti. Tutto regolarmente ignorato. Non pensavamo di poter cambiare radicalmente la legge».
Qui, prosegue il Forum delle associazioni familiari, «siamo davvero alla presa in giro: anziché mediare sui punti più controversi, si esaspera l‘obiettivo di partenza, che è quello di costruire un modello il più simile possibile al matrimonio dell’art. 29 della Costituzione, in attesa di una totale omologazione per via di sentenze dei vari tribunali, in Italia e in Europa, negando anche quello che la Corte costituzionale ha ampiamente sottolineato, vale a dire che il matrimonio è indissolubilmente connesso, nel nostro quadro normativo fondativo, alla eterosessualità dei coniugi». «Non ci aspettavamo – incalza il Forum – un migliore tipo di ascolto, se la senatrice Cirinnà, pur essendo relatrice, ha ostentatamente ignorato proprio l’audizione del Forum, uscendo dall’aula della Commissione giustizia proprio all’inizio del nostro intervento. Ci spiace che ancora una volta, con queste modalità, la politica voglia fare le proprie scelte non ascoltando il Paese, ma sulla testa del Paese, o dando voce solo ad alcuni soggetti minoritari». «Siamo davvero sicuri – l’interrogativo finale – che su un tema tanto delicato, come l‘identità della famiglia, una relatrice così schierata sia ancora la scelta giusta?»