In Italia, ad oggi, ci sono 2 milioni e 657 mila poveri, e per poveri si intende nuclei familiari con un reddito inferiore a 683 euro al mese. Le situazioni più a rischio sono rappresentate dai casi in cui ci sono famiglie con tre o più figli o con anziani a carico. A questi, si deve aggiungere il dato di povertà assoluta che coinvolge 643 mila persone. Lo ha detto oggi Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat (Istituto nazionale di statistica), intervenendo al seminario Per una strategia di contrasto alla povertà dei bambini e degli adolescenti, organizzato a Roma da Unicef Italia. Per quanto riguarda bambini e adolescenti ha spiegato il direttore Istat- un minore su quattro vive in una situazione di basso reddito, mentre il 10% a Sud e il 6,3% nel resto d’Italia rientrano nella categoria di povertà assoluta. Dati che sono influenzati da due variabili principali: ha precisato Marco Revelli, sociologo e presidente della Commissione d’indagine sull’esclusione sociale- la famiglia e il mercato del lavoro. La famiglia perché con il crescere del numero dei componenti cresce anche la povertà. Pesa sull’economia familiare anche l’età giovane, il livello di istruzione e l’assenza di uno dei genitori.Il mercato del lavoro, invece, influisce notevolmente sulla situazione economica delle famiglie italiane (circa il 70%), poiché l’unica fonte di sussistenza è data dal reddito. In altri paesi europei ha sottolineato Revelli- come Belgio, Inghilterra e Norvegia, il reddito familiare, laddove c’è necessita, viene integrato con dei sussidi emanati direttamente da un fondo statale. Anche se, per combattere la povertà di bambini e adolescenti, molti paesi europei stanno lavorando costantemente in sinergia, ha evidenziato Laura Baldassarre di Unicef Italia, ciò che è stato fatto non è ancora sufficienti,. Si deve dare a questi giovani ha rimarcato il vicepresidente Unicef Stefano Travella– una vita migliore. È un loro diritto e un nostro dovere.Sir