I combattimenti che insanguinano la regione di Darfur, nel Sudan occidentale, stanno mettendo a grave repentaglio la vita di centinaia di migliaia di bambini che, a causa delle violenze, sono stati costretti a fuggire dalle loro case. È quanto ha ammonito oggi l’Unicef, fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia in un appello per fermare i combattimenti nel Sudan occidentale. Il direttore dell’Unicef, Carol Bellamy – si legge nella nota – ha esortato il governo sudanese a far rispettare la legalità e ad adottare misure a protezione dei civili, invitando le parti in lotta a raggiungere un cessate-il-fuoco immediato e a garantire un accesso sicuro per le agenzie umanitarie e gli aiuti, a soccorso delle popolazioni sfollate a causa dei combattimenti. Negli ultimi giorni, gli attacchi sferrati contro numerosi villaggi dalle milizie arabe e da bande di fuorilegge hanno costretto migliaia di civili, in prevalenza donne e bambini, a una fuga verso le città di Darfur: oltre 100.000 sfollati sono giunti nella città di Kutum, nel nord di Darfur, e si stima che siano circa 750.000 le persone sfollate a causa degli ultimi mesi di combattimenti. Di ritorno dalle città di Kutum e Geneina, JoAnna Van Gerpen, rappresentante Unidef in Sudan, ha descritto la condizione dei civili sfollati come scioccante: Una madre con i suoi 9 figli è arrivata a Kutum da un villaggio a 3 km di distanza; erano accampati con altre migliaia di sfollati nel letto di un fiume in secca. I suoi soli averi erano i vestiti che indossava e una tanica per raccogliere l’acqua. Come loro, decine di migliaia di persone vivono accampate all’aperto o in fatiscenti rifugi di paglia, spesso privi perfino del tetto.Sir