Pisa

UNA RETE DI ASSOCIAZIONI IMPEGNATE NELLA DIFFUSIONE DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

di Andrea Bernardini

Sarà beatificato il prossimo 29 aprile, nella basilica di San Paolo fuori le mura a Roma, il Servo di Dio Giuseppe Toniolo. A presiedere la celebrazione sarà il cardinal Salvatore De Giorgi, già assistente generale dell’Azione cattolica italiana e arcivescovo emerito di Palermo. Ci saranno occasioni per ricordarlo anche nella nostra diocesi, dove visse insieme alla sua numerosa famiglia ed insegnò per quarant’anni. La prima si presenta proprio in questi giorni.«Giuseppe Toniolo: un cattolico per il bene comune» è il titolo della nona edizione della «3 giorni Toniolo» che si aprirà giovedì 1 dicembre in Sapienza (ore 17) con una lectio magistralis del professor Ernesto Preziosi.Il seminario di studi indagherà sul pensiero e la testimonianza di Giuseppe Toniolo nella vita religiosa e civile del nostro Paese.Giovedì 1 dicembre, Ernesto Preziosi, direttore delle pubbliche relazioni dell’Istituto «Giuseppe Toniolo», ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e docente di storia contemporanea all’ateneo di Urbino, parlerà di Giuseppe Toniolo, della sua spiritualità e del suo impegno civile.Il giorno seguente i partecipanti si trasferiranno al convento di San Francesco a San Miniato, per ascoltare, al mattino, le relazioni del professor Aldo Carera, docente di storia dell’economia all’università del «Sacro Cuore» (su «Toniolo: un economista per la democrazia») e lo storiografo Giovanni Tassani («La Democrazia cristiana di fronte a Toniolo»); nel pomeriggio l’economista Andrea Bonaccorsi, lo storico Paolo Nello ed il giurista Gian Candido De Martin riprenderanno alcune «intuizioni» di Toniolo per capire quanto possano essere di aiuto per l’oggi e per il domani.Infine sabato 3 dicembre il vescovo di Prato Gastone Simoni, don Enrico Giovacchini e Giuseppe Sangiorgi parteciperanno ad una tavola rotonda in cui lanceranno e discuteranno la «carta d’intesa» tra soggetti sociali cattolici, «proposta» nell’edizione 2010 della «Tre Giorni Toniolo» e già sottoscritta da un buon numero di associazioni e fondazioni cattoliche.Associazioni e le fondazioni che «condividono – citiamo la “Carta”- il senso cristiano della persona e della società; ritengono necessaria la testimonianza e l’attività di ispirazione cristiana a livello sociale, economico, culturale e politico; concepiscono il bene comune locale e globale alla luce della dottrina sociale della Chiesa, nella prospettiva di una “civiltà dell’amore” fondata sulla difesa e lo sviluppo “di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”». «Nonostante i grandi progressi avvenuti nell’età moderna e contemporanea – si legge ancora nella “Carta” – oggi viviamo in un tempo di acuta e generale crisi ideale, morale, economica e politica in Italia e in Europa. Questo momento è più carico di interrogativi che di sicurezze e di ottimismo, e nell’orizzonte mondiale sono cresciute le incertezze circa i rapporti e gli assestamenti tra le nazioni e le grandi aree geografiche, mentre perdurano immense miserie, oppressioni e sofferenze, delle quali i fenomeni migratori sono la più visibile e drammatica testimonianza». «Tuttavia – continua il documento – più forti sono le difficoltà e più vive devono essere la speranza e la responsabilità nei confronti del bene comune e del massimo sviluppo sostenibile di oggi e di domani». Lo stesso anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia «spinge a chiederci quale sia lo stato della democrazia e delle istituzioni anzitutto nazionali ma anche europee e mondiali e quali siano le vie più giuste e utili per offrire, da cristiani, un contributo di sapienza, di giustizia e di solidarietà nel contesto del mondo».  Il movimento cattolico oggi «In questi anni è in atto nell’ambito delle comunità cristiane un’ampia, continua e spontanea trama di iniziative, di occasioni e momenti di riflessione, di progetti formativi, di animazione culturale e sociale, di attività economico-sociali, di impegni di cooperazione e perfino di intermediazione internazionale. Molteplici sono anche le pubblicazioni e diversi i mass media antichi e nuovi a servizio della visione cristiana della vita, dell’educazione e della stessa democrazia economica e politica. Tutto ciò – scrivono i firmatari della Carta – rappresenta senza dubbio un dato positivo che dimostra l’esistenza di un reale movimento cattolico, per quanto multiforme e articolato, nella cultura e nella società. Queste esperienze costituiscono una grande ricchezza nell’ambito del più generale dibattito culturale e politico del Paese e della sua proiezione europea e internazionale. Esse però appaiono spesso troppo disperse, elitarie e poco conosciute a livello popolare. Da questa consapevolezza nasce l’esigenza di favorirne la crescita, la diffusione e il radicamento territoriale specialmente nel mondo giovanile, e un più ampio e solido coordinamento». «Tale esigenza – si legge ancora nella “Carta” – è stata riproposta con forza dalla 46° edizione delle Settimane Sociali svoltasi nell’ottobre 2010 a Reggio Calabria, che ha incoraggiato l’impegno a far sì che il contributo offerto dai cattolici per risolvere i problemi posti dalle urgenze del Paese sia reso, come è stato affermato, comprensibile e politicamente realizzabile. Per raggiungere questi obiettivi, felicemente riproposti nella “agenda di speranza per il futuro dell’Italia” (cfr. il documento conclusivo dei lavori), è necessaria una continuità di intenti e di azione e una ramificazione di esperienze e di opere».  Una continuità che «passa certamente per le Settimane Sociali, che rappresentano un incontro e un riferimento di grande rilievo; passa per analoghe iniziative locali e nazionali su specifici temi; e passa particolarmente per la concreta capacità di  “mettere in rete” e collegare ancora di più, a livello di vertice e anzitutto a livello di base, le tante iniziative esistenti nel cattolicesimo italiano ed europeo». Ecco, dunque, il senso di questa «Carta di intesa» sottoscritta da diversi soggetti sociali cattolici. Per una nuova progettualitàIl coordinamento che ne deriva, concepito come sede permanente di una  tale riflessione ed azione sociale – politico – culturale, oltre a favorire una più larga conoscenza e la reciproca fraternità tra quanti si interessano a queste tematiche, è anche finalizzato a elaborare un’idea di sviluppo complessivo della società e del bene comune che corrisponda alle esigenze e alle condizioni del mondo d’oggi. Resta esemplare a questo riguardo il metodo seguito nella elaborazione del Codice di Camaldoli durante la tragedia della seconda guerra mondiale».In tale spirito, quanti hanno sottoscritto il documento «si impegnano a dare vita a un luogo di elaborazione culturale, anche attraverso  la redazione e la diffusione di schede tematiche nelle quali si riassuma un progetto di società – tra la lunga prospettiva  e la contingenza socio-politica – che a partire dalla dottrina sociale della Chiesa applicata all’oggi, sappia avanzare proposte per la soluzione dei problemi del nostro tempo. Non mancano tra noi persone competenti al riguardo. Semmai dobbiamo impegnare anche i nostri giovani a farsi esperti e a “pensare in grande”».Il coordinamento ad essa ispirato «ha lo scopo di costruire e offrire occasioni di formazione, di incontro, di confronto e di dialogo tra credenti impegnati a pensare e a edificare la città sul piano culturale, economico-sociale e politico. Tutto ciò vincola gli aderenti – singole persone e gruppi – a un duplice impegno. Primo: misurare le proprie opzioni e appartenenze politiche sul metro dell’ intero messaggio sociale cattolico, e contribuire al tempo stesso a che i cattolici trovino il modo di ragionare insieme anche allo scopo di individuare le modalità concrete più adatte a favorire un’incarnazione coerente ed efficace dei loro ideali storici nella situazione contemporanea. Secondo impegno: evitare ogni forma di strumentalizzazione di parte – o comunque di uso politico-partitico – di questo coordinamento». Un percorso che continua  La proposta illustrata nella «Carta» «si inserisce in un percorso culturale già iniziato negli anni passati dal Collegamento sociale cristiano nato in Toscana dall’associazione Amici di Supplemento d’anima; dai Gruppi per la dottrina sociale della Chiesa legati alla fondazione Toniolo di Verona; dall’Istituto Sturzo di Roma unitamente ad altre organizzazioni ad esso collegate; dal Forum delle fondazioni per la cultura della democrazia; dal Movimento studenti cattolici nato a Roma; da Argomenti 2000-Associazione di amicizia politica; da quei gruppi che si richiamano allo spirito del codice di Camaldoli; dalla fondazione Opera dei santi medici di Bitonto. Realtà che a vario titolo e con varie modalità sono presenti sul territorio nazionale. Auspichiamo che altri si uniscano a questa proposta la quale – nel riconoscimento dei soggetti nazionali ben più grandi di noi – ha l’unico scopo di favorire la ripresa, il valore e l’incidenza del vasto e articolato movimento cattolico non solo italiano.I convegni della “Tre giorni di Toniolo” di Pisa sono l’occasione annuale della verifica del percorso compiuto»