di Francesco Ippolito Quarantasette cittadini pisani su cento hanno «scelto», domenica e lunedì scorsi, Marco Filippeschi come sindaco ideale, 32 Patrizia Paoletti Tangheroni. Finisce così, per il momento, la corsa per la poltrona più alta di palazzo Gambacorti. Le preferenze accordate alla coalizione di centro sinistra per la verità superavano il fatidico 50 per cento: le indicazioni a favore del sindaco, Filippeschi, invece no. E così, visto che nessun candidato ha sfondato il muro del 50 per centeo più uno, il 27 e 28 aprile i pisani torneranno ai seggi per scegliere il loro primo cittadino. Per capire se confermano le promesse fatte in campagna elettorale, abbiamo rivolto ai due candidati tre domandeSe sarà eletto/a primo cittadino del comune di Pisa che cosa farà per le famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese?Marco Filippeschi: «Come ho già annunciato metterò a disposizione delle famiglie numerose e delle giovani coppie a basso reddito una Family Card che consenta di usufruire di sconti su beni, servizi e di accedere a costi sostenibili all’offerta culturale e ricreativa. Destinatari della carta saranno i circa 4000 cittadini pisani che fanno parte di famiglie con 3 o più figli, le giovani coppie e gli anziani in difficoltà. Il risparmio medio per le famiglie coinvolte sarà di circa 1000 euro all’anno. Si tratta di una proposta concreta garantita da copertura finanziaria assicurata in parte dalla Regione Toscana in parte direttamente dal Comune con un investimento di 400 mila euro».Patrizia Paoletti: «Riconosco alla famiglia un ruolo centrale nella nostra società. Nel mio programma ho previsto un preciso piano di intervento a tutela del reddito familiare. In particolare, per le famiglie, sempre più numerose, a rischio povertà, ho previsto l’istituzione di un sistema di allerta precoce che, attraverso specifici indicatori socio-economici, individua i problemi e interviene con sgravi fiscali e bonus di vario tipo. Per le famiglie che hanno già supearato la soglia di povertà, abbiamo invece studiato specifici fondi di solidarietà volontari (fondo rette asili nido, fondo giovani coppie, fondo badanti), finanziati direttamente dall’intervento dei cittadini, ai quali sarà riconosciuta una totale detrazione dalle imposte in misura totale all’importo versato, fino ad un limite massimo di 2.500 euro.Oltre a questo riteniamo di applicare una sorta di quoziente familiare per il pagamento dei principali servizi locali. Ci pare infatti giusto che i consumi siano commisurati al numero delle persone».Cosa farà per migliorare la qualità di vita dei cittadini?Patrizia Paoletti: «La qualità della vita a Pisa passa attraverso: la riduzione dell’insicurezza, che in alcune zone è insopportabile e raggiunge livelli tali da dover essere affrontata esclusivamente con una logica di emergenza. Il miglioramento della viabilità e una più razionale dislocazione dei parcheggi, molto più vicino al centro. Pensiamo di chiudere il centro storico solo per 12 ore, consentendo ai cittadini di ristabilire normali relazioni sociali. Il miglioramento dei servizi al cittadino e una pulizia della città che in certe zone è totalmente assente fino a raggiungere livelli di vero e proprio degrado».Marco Filippeschi: «La città per cui lavorerò sarà una città più facile da vivere, a partire dalla comodità degli spostamenti. Per chi si muove in auto: parcheggi scambiatori in tutte le zone della città e un sistema di soste brevi in centro per favorire il flusso e quindi il commercio. Per chi preferisce i mezzi pubblici: linee veloci, puntualità e una forte integrazione tra bus e treni. Chi si sposta in bici poi, o a piedi. ha bisogno di più marciapiedi e piste ciclabili. Può crescere molto la qualità dell’ambiente urbano. Agli investimenti già fatti dobbiamo aggiungere altre opere di qualità per rendere Pisa sempre più vivibile, accogliente ed ordinata. Realizzerò anche un Patto con le forze dell’ordine per un controllo totale del territorio».Favorirà l’accoglienza e l’integrazione dei «forestieri»?Marco Filippeschi: «Nel mio programma ho inserito 12 punti che disegnano una società multiculturale e multireligiosa. Favorire i congiungimenti familiari e la presenza di alunni stranieri nelle scuole. Favorire percorsi di partecipazione attiva alla vita cittadina attraverso momenti di comunicazione e di incontro con le comunità straniere. Continuare la battaglia per garantire il diritto di voto agli immigrati regolari da tempo inseriti nel territorio. Proseguire il lavoro delle Città Sottili. Questi gli obiettivi principali che perseguirò attraverso un rapporto stretto con le associazioni di volontariato».Patrizia Paoletti: «Conosco bene i problemi dell’integrazione e posso affermare che i nostri cittadini non sono razzisti ma se non si gestisce bene il fenomeno dell’immigrazione si potrebbe rischiare di indurre fenomeni di xenofobia. Penso che si debba educare i giovani all’accoglienza, al confronto con l’altro, il diverso, con chi viene da mondi lontani, spesso molto povero ma ricchissimo di valori e con bellissime tradizioni la cui condivisione potrebbe arricchire. Questi processi domandano serenità e tempo che credo sia indispensabile ricercare. Grande apertura quindi per tutti i forestieri che arrivano spinti dall’esigenza di trovare lavoro, con intenzioni oneste. Grande attenzione per tutti quei forestieri che si trovano in difficoltà e a cui una comunità sana deve saper dare aiuto. Tutto questo può essere realizzato solo se si da ai cittadini la certezza che saranno protetti da tutti quegli starnieri che invece vengono per delinquere e per commetere violenze. Inoltre credo sia indispensabile agire con equità, quindi se si concedono alloggi popolari ai rom, questi non devono essere in concorrenza con quelli dei cittadini italiani, altrimenti si potrebbero creare pericolosi sentimenti di rifiuto. L’integrazione, quella vera e non quella ideologica, passa solo attraverso una attenta e quotidiana opera di costruzione di buone relazioni tra gruppi diversi (penso a spettacoli comuni di ragazzi, a vendite di beneficienza organizzate insieme tra gruppi diversi per persone che hanno bisogno)».