Toscana

Una nuova classe dirigente per la sponda Sud del Mediterraneo

«Ho dovuto rinunciare a questa opportunità perché sono dovuta rimanere a casa per difendere i diritti civili di mio fratello che due settimane fa è stato arrestato all’Università di Alessandria mentre protestava per l’arresto di altri studenti durante una manifestazione pacifica». Queste le parole di Radwa, una giovane egiziana, selezionata per il progetto triennale «Una nuova classe dirigente per la Sponda Sud del Mediterraneo» realizzato da Rondine Cittadella della Pace, un programma di alta formazione accademica che nel 2014 ha visto 25 partecipanti da Egitto, Tunisia e dai Paesi Area Mena (Algeria, Marocco, Giordania, Libano, Israele, Turchia e dai Territori palestinesi) selezionati su una base di oltre 250 candidature.

Il messaggio di Radwa ha aperto il Simposio internazionale dal titolo «Dialogo e cooperazione tra le Sponde del Mediterraneo tra economia e cultura» che si è tenuto ieri, giovedì 30 ottobre 2014 dalle ore 14.30 ad Arezzo nella Sala dei Grandi della Provincia che ha visto la partecipazione di personalità istituzionali, accademiche, religiose e della società civile attive nel settore. La libertà di espressione nei paesi della Sponda sud del Mediterraneo, la partecipazione delle nuove generazioni ai processi di democratizzazione, il dialogo tra le culture e le religioni e la cooperazione internazionale sono stati i temi sviluppati nell’arco del convegno e di tutto il progetto, nato nel 2012 a seguito degli avvenimenti della cosiddetta Primavera Araba. Un percorso che in tre anni ha coinvolto oltre 50 giovani, finalizzato proprio a facilitare le nuove generazioni nella comprensione dei processi di cambiamento culturale, economico e sociale in atto, al fine di permettere loro di partecipare attivamente alla fase di cambiamento storico che il proprio Paese sta affrontando, attraverso interventi costruttivi negli ambiti di propria competenza.

Il Simposio moderato da Andrea Fagioli, direttore «Toscana Oggi», si è aperto con i saluti istituzionali dell’assessore Paolo Fulini del Comune di Arezzo, quindi Bernardo Venturi, direttore dello Studentato Internazionale di Rondine ha presentato i risultati del progetto triennale che nell’ultimo anno si è aperto anche ai Paesi dell’Area Mena ed è stato strutturato in una prima fase di distance learning seguita da un campus residenzialea Rondine in modalità seminariale che si è tenuto nel mese di ottobre e che porterà alla realizzazione di progetti concreti che saranno presentati dai partecipanti dopo un ulteriore mese di elaborazione.

Quindi la parola ai giovani partecipanti che hanno esposto la loro posizione portando ai relatori istanze su diverse tematiche tra cui la necessità di «smettere di far differenze tra nord e sud e il bisogno di organizzarci in maniera collettiva e concreta per far avanzare i nuovi progetti in particolare quelli locali che vanno  a toccare le persone» ha ricordato Misra, dalla Turchia che a solo 25 anni ha già sette anni di esperienza di collaborazione con ONG e varie organizzazioni della società civile.

In rappresentanza dei giovani dello Studentato Internazionale di Rondine è invece intervenuta Naomi che ha ricordato la difficile posizione degli israeliani all’interno dell’area mediterranea: «Non ho scelto di essere israeliana, ma ho scelto di impegnarmi per la pace, siamo quello che siamo ma il punto è che esistiamo. Sono orgogliosa di essere parte di Rondine dove tutti mi accettano per quello che sono, dove si impara a vedere gli altri come persone. Non credo si possano cambiare le cose se non si impara ad accettare la controparte».

«La Sponda Sud tra rinnovamento e radicalizzazione» questo il tema dell’intervento di Giuseppe Cassini, già ambasciatore d’Italia in Libano. «C’è oggi un risveglio musulmano che può prendere due strade. Da una parte può seguire la strada del movimento non violento. Gandhi, Martin Luther King e Mandela  hanno dato una grande lezione alla presunzione europea, hanno insegnato all’Europa la strada della non violenza – ha affermato l’ambasciatore – Il rischio in queste situazioni è sempre quello che si scelga la strada delle violenza. Voi giovani avete in mano questa scelta e dovete trovare nella democrazia un significato che sia vostro, che sia nuovo».

Elzir Izzedin, presidente UCOIIha portato una riflessione sul «Dialogo nel Mediterraneo, storia e prospettive future». «La laicità è la dimensione in cui si accoglie l’altro ma non solo la sua identità anche il bagaglio culturale e il credo religioso. Non posso accettare una laicità che nega l’appartenenza religiosa e culturale. Per questo il percorso di Rondine è molto importante per aiutare i giovani a crescere coltivando il dialogo anche tra le religioni.  Il dialogo e il confronto aiuta noi a scoprire noi stessi e a poter affrontare questioni interreligiose serenamente, nel rispetto dell’altro. Anche noi  come arabi abbiamo la responsabilità di trovare spazi di dialogo affinché le religioni non siano un motivo  di divisione ma di incontro».

«Crisi e conflitti del Mediterraneo», su questo tema l’analisi di Giovanni Porzio, inviato di guerra de Il Venerdì di Repubblica che negli ultimi trent’anni ha seguito i maggiori conflitti di tutto il mondo dalla prima linea:“Questo disgraziato e meraviglioso Mediterraneo vede crisi da una parte e dell’altra e tutto nasce dall’ignoranza. Quella più grave è di certo la crisi europea che è prima di tutto culturale. C’è uno squilibrio crescente tra Paesi ricchi e poveri del mondo – continua Porzio – si privilegia un modello che si fonda sulla rapina degli altri Paesi. Il modello del consumismo è fallimentare e non sostenibile. E’ questa una delle cause in cui dobbiamo trovare le motivazioni della rabbia dei giovani di questi Paesi. Io credo che nelle primavere arabe ci sia stato un sincero e profondo coinvolgimento delle nuove generazioni e voglia di partecipare al cambiamento ma l’Occidente non ha saputo dare seguito a questo movimento seppur abbracciato con (fin troppo)  entusiasmo nel suo nascere».  Un’analisi che nasce dalla narrazione dei fatti e che Giovanni Porzio ha ricostruito anche attraverso le immagini, scatti forti e spesso toccanti dei suoi reportage di guerra, storie di persone e di popoli, frammenti, spesso senza voce, di una storia più grande.

Quindi la storia straordinaria di Radwan Khawatmi, presidente Associazione Nuovi Italiani, non solo un esempio di un modello imprenditoriale di successo tra le Sponde del Mediterraneo  ma un esempio per molti giovani: «Sono un beduino che viene dal deserto e che in Italia ha avuto modo di affermarsi – racconta con ironia – Sono arrivato in Italia come studente e adottato da musulmano dai Padri salesiani che mi hanno accolto con affetto e aiutato a imparare la lingua. Ho cominciato a frequentare l’università e ho cominciato a lavorare in azienda. In poco tempo ho portato il fatturato da 52 milioni a 42 miliardi di lire. Ero un italo-arabo che andava nel mondo arabo a vendere i prodotti stranieri e per questo guardato con pregiudizio. Questo è un paese aperto in grado di valorizzare le capacità delle persone che hanno voglia di emergere. Ma sulle nostre spalle cadranno grandi responsabilità proprio perché il mio è un esempio di successo per questo ho fondato un movimento di sostegno per gli extracomunitari».

Andrea Stocchiero del FOCSIV  ha invece relazionato sul tema delle «Politiche EU nel Mediterraneo in tema di immigrazione». Un’analisi che ha fatto emergere il sostanziale fallimento delle politiche europee sull’immigrazione nonostante il cospicuo aumento di risorse. Tra le cause principali le scelte di politica interna dei Paesi membri che non si allineano alle direttive europee, che non accettano di cedere la propria sovranità territoriale perche la maggior parte dei cittadini vedono con ostilità la migrazione e quindi investono più  nei sistemi di controllo che nella cooperazione. Da qui per Stocchiero la necessità di  un «impegno delle associazioni e dei giovani che deve  essere convinto per cambiare gli orizzonti culturali che frenano il processo di cooperazione».

In chiusura Jean-Léonard Touadi, consulente Politico, Ministero degli Affari Esteri sul «Ruolo dei giovani nella cooperazione intermediterranea». «Le grandi religioni monoteistiche per secoli hanno avuto una storia di coesistenza pacifica in diversi luoghi del mediterraneo. Questo bacino è il nostro patrimonio culturale è importante capire le diversità ma anche le cose che uniscono – afferma Touadi – Dobbiamo trovare un’etica della similitudine, trovare le nostre radici comuni. Il Mediterraneo non è solo il nostro passato ma anche il nostro futuro, che oggi è oscuro ma per il quale dobbiamo lavorare e vorrei che voi giovani siate i costruttori di questi nuovi ponti di uno spazio comune. Vi lascio questo grande sogno di una grande presidente del Senegal – continua rivolgendosi ancora ai giovani – lui lo chiamava il mare dove ci doveva essere l’appuntamento dell’universale. Dobbiamo crederci, dovete crederci, voi giovani, non avete avuto lo stesso passato ma avrete necessariamente lo stesso futuro e per questo dovete conoscervi, spalancando le porte all’altro con curiosità».

A condurre le conclusioni il presidente di Rondine, Franco Vaccari: «Tre anni fa abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa a seguito dello scoppio delle Primavere arabe, nonostante la mission di Rondine guardi alla formazione sul lungo periodo non all’emergenza – ricorda il Presidente – Siamo cresciuti in tutti in questo percorso di tre anni. Abbiamo sperimentato formule diverse e nel tempo abbiamo lavorato con oltre 50 giovani creando una rete che parte dalla conoscenza reciproca e dal rispetto che è la base di una profonda collaborazione. C’è bisogno di visione, di sogni condivisi. C’è una cultura dell’individualismo diffusa in Occidente sempre più radicata ma a Rondine siamo convinti che la felicità nasca dalla necessità di condividere». In chiusura Vaccari lancia uno sguardo sulle prospettive future: «Oggi si conclude questo progetto, ma è un inizio non una fine. Non smettiamo di guardare al futuro e pensiamo che le ricchezze trovate non le perderemo e continueremo a lavorare insieme».

Al campus residenziale alla Cittadella della Pace hanno preso parte anche un gruppo di giovani sardi selezionati all’interno del progetto «TRA…mare incontri: conflitto – innovazione – sviluppo» realizzato grazie al sostegno di  Fondazione CON IL SUD, Banco di Sardegna e in collaborazione con l’associazione Pro.me.sa nata proprio nell’ambito del progetto per favorire la partecipazione dei giovani della Sardegna ai processi di cooperazione e sviluppo all’interno dell’area mediterranea.

Il progetto «Una nuova classe dirigente per la Sponda Sud del Mediterraneo» è stato realizzato da Rondine Cittadella della Pace con il contributo di Ministero degli Esteri – Direzione Generale Sistema Paese, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Banco di Sardegna, Caritas Italiana.