Opinioni & Commenti
Una moschea a Firenze? Sì, ma nel rispetto delle nostre leggi
Ritengo che dove è presente una comunità di persone che professano la religione islamica, la presenza di una moschea rappresenti un contributo sostanziale all’espressione della libertà di culto, libertà garantita dalla nostra Costituzione. Per altro sono convinto che la religione non sia un fatto meramente privato ma abbia una rilevanza pubblica ineludibile: essa è elemento di coesione sociale, di diffusione di valori etici, di rispetto per la persona umana e favorisce il dialogo e l’integrazione. La cultura laicista che ha preteso di relegare la religione a un fatto privato e che considera l’uomo religioso come un essere di serie B, non ancora pienamente emancipato, si presenta oggi in Europa come una realtà integralista e intollerante al pari degli integralismi religiosi di ieri e di oggi, anche se non cruenta. È necessario che in Europa si approfondisca la riflessione sulla rilevanza della religione per la costruzione di una società civile laica, democratica e ordinata nel pieno rispetto del principio di evangelica origine della separazione tra Stato e Chiesa.
La costruzione di un luogo di culto è socialmente utile ed è giusto che l’amministrazione pubblica faccia la sua parte dando le autorizzazioni necessarie, nel pieno rispetto dei vincoli urbanistici, così come avviene per ogni struttura pubblica.
In una società multiculturale e multireligiosa, però, è necessario che le istituzioni politiche e pubbliche sappiano far rispettare le leggi da parte di tutti. Atteggiamenti permissivi o peggio di favore nei confronti di alcune categorie di persone, così come avviene a Firenze per venditori ambulanti non autorizzati e gruppi di sbandati, non solo producono un crescente degrado della città e del vivere civile ma fanno nascere sentimenti generalizzati di ostilità verso queste stesse categorie di persone.
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