Opinioni & Commenti
Una modesta proposta: riformare il Carnevale
di Carlo Lapucci
Il carnevale così com’è non può durare: non si capisce un periodo in cui ipocritamente sono permessi scherzi innocenti, come tirarsi coriandoli o farsi le linguacce, mentre durante l’intero anno si fanno comunemente scherzi cattivi, pesanti, atroci come mandare innocenti in galera, operare per sbaglio gente sana, tassare i tapini versando calde lacrime, costruire con la sabbia edifici che crollano sui malcapitati, liberare delinquenti per cavilli giudiziari, stando in compagnia di buontemponi come miliardari che non pagano tasse, ipervedenti con la pensione di ciechi, morti che per anni e anni continuano a tornare dall’al di là a riscuotere la loro vecchia pensione per versarla nelle tasche dei cari parenti. Bisogna provvedere in qualche modo.
Prendo come esempio un periodo come questo. Come non accorgersi che è tutto un carnevale? Non se ne può dubitare quando ci si diverte a fare passare bastimenti giganteschi come paesi in mezzo alle città col rischio di distruggere città e bastimenti; quando da un anno a un altro si vive di debiti rischiando di morirne; quando si preferisce guidare ubriachi; quando uno non fa a tempo a essere nominato ministro che già deve scappare davanti ai gendarmi; quando si costruiscono allegramente palazzi nei letti dei fiumi imprecando poi alle piene assassine; quando una classe politica deve tirarsi da parte perché non sa decidere come salvare un paese alla deriva; quando quelli che devono amministrare si «amminestrano», che senso ha festeggiare il Carnevale con mezzi poveri e ridicolmente la società allestisce un iperbolico spettacolo di gente che non si ricorda chi gli ha dato miliardi, non sa da dove siano venuti palazzi, che in carcere è malata terminale e messa fuori si trova piena di salute?
Che senso hanno i corsi mascherati quando la vita è già un’enorme sequela di carri dove si rappresenta il mondo alla rovescia? Ormai già il povero paga regolarmente per il ricco, il vecchio si traveste da giovane, il ladro fa la guardia e la guardia il ladro, i citrulli danno consigli alla televisione e, dopo che Totò ha venduto ormai da anni la Fontana di Trevi, qualcuno cerca di comprare il Colosseo.
Meglio sarebbe allora seguire la logica della festa rovesciando totalmente il senso del Carnevale, facendolo diventare un periodo di serietà, austerità, gravità, rigore, meditazione. Allora ci si divertirebbe davvero. Che c’è di più divertente di vedere un politico che non ruba, un’attrice vestita, un cantante serio, un giudice coscienzioso, un delinquente ostinato e irredento che fa da professionista il suo mestiere? Tutte cose che per vederle ormai bisogna fare lunghi viaggi in terre molto lontane.
In questo sia pur breve e ipotetico periodo di serietà si potrebbe tirare il fiato! Ve lo immaginate accendere la televisione senza il terrore di sentire che per ritirare dalla banca i vostri quattro soldi sono necessarie lunghe pratiche, domande, certificati di buona condotta, raccomandazioni, analisi mediche, permessi, visti e garanzie?… Senza l’ansia di sapere se quello per cui ieri avete votato sia ancora a piede libero?