Cultura & Società
Una Messa in diretta da palazzo Sansedoni: così arcidiocesi di Siena e Fondazione Mps celebrano il Beato Ambrogio
Data la particolarità del momento, la funzione religiosa avverrà a porte chiuse alla presenza dell’Arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, del concelebrante Padre Alfredo Scarciglia, Priore del Convento dei Domenicani di Siena, di Carlo Rossi, Presidente della Fondazione e di Marco Forte, Direttore Generale FMPS. La messa verrà tramessa in diretta dalle televisioni e radio locali per consentire alle persone di assistere da casa.
Durante la celebrazione l’Arcivescovo Lojudice impartirà la benedizione con la reliquia del beato Ambrogio Sansedoni, donata dai Padri Domenicani di Siena alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, in occasione dell’ottavo centenario. La reliquia è stata collocata in un nuovo e moderno reliquiario, opera dello scultore Lucio Minigrilli e realizzato presso i laboratori di Giovanni Raspini di Arezzo.
Il Beato Ambrogio Sansedoni
Ambrogio Sansedoni (Siena, 16 aprile 1220 – 20 marzo 1286), il personaggio più noto della nobile famiglia che fu proprietaria del palazzo attualmente sede della Fondazione Mps, entrò nell’Ordine Domenicano a diciassette anni. A Colonia ebbe come maestro San Alberto Magno e come compagni di studi San Tommaso d’Aquino e Pietro di Tarantasia, il futuro papa Innocenzo V.
Chiamato a Parigi ad insegnare, Ambrogio si fece conoscere soprattutto per l’efficacia della predicazione, sia nelle chiese, che nelle piazze. Per questo motivo, alcuni pittori lo hanno raffigurato con lo Spirito Santo in forma di colomba bianca, che gli parla all’orecchio.
Dalle eccezionali doti di persuasore, numerosi furono gli episodi storici che lo videro protagonista nel cercare di ammorbidire conflitti, costruire tregue, fermare le armi. Fu un riconciliatore instancabile e persuasivo. Svolse opera di pacificazione a Siena e ottenne da papa Clemente IV la revoca dell’interdetto lanciato contro la città a causa dell’appoggio senese a Manfredi di Svevia. Dopo numerosi viaggi in Europa, ma anche in Italia, Ambrogio tornò a predicare a Siena, dove morì, colto da un malore proprio durante una delle sue celebri orazioni.
Siena lo ha ricordato in seguito, collocando un suo busto sulla facciata del Duomo e, fino a metà ’500, facendo correre un Palio a lui dedicato. Nel 1597 papa Clemente VIII lo incluse nel Martirologio romano. Il Beato Ambrogio è stato anche il soggetto del drappellone del 2 luglio 1986, dipinto da Carlo Cerasoli, disegnatore e pittore umoristico, e vinto dal Drago. L’occasione della dedica fu il settimo centenario della morte. L’iconografia è ripresa dall’affresco di Sano di Pietro che si trova nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena.