Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Una legge per assistere i malati.

Si è svolta nei giorni scorsi, presso l’ospedale «Santa Margherita» alla Fratta, la prima riunione tra i soggetti pubblici e privati per l’esame della proposta di legge «Residenzialità sociale, senza emarginazione» e per la definizione del programma di sostegno alla stessa nella Valdichiana aretina. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi amministratori degli enti locali della Valdichiana aretina, di organizzazioni sindacali, di molti rappresentanti delle associazioni di volontariato e di cittadinanza attiva, nonché di tanti operatori dei servizi sanitari e sociali, di cooperative e soggetti del terzo settore ed anche privati cittadini. L’iniziativa è partita nella convinzione che dinanzi alla crescente domanda di aiuto delle persone fragili che chiedono di poter continuare a vivere nel proprio ambiente sociale, la proposta di legge possa proporre un più alto e civile impegno programmatico delle istituzioni pubbliche e una varietà di interventi e di tipologie residenziali fondate sul principio della domiciliarità, allo scopo di evitare abbandoni ed emarginazione e di garantire a tutti, nessuno escluso, condizioni di prossimità, di vicinanza e di familiarità in un welfare di comunità che richiede la massima sinergia tra interventi pubblici, soggetti sociali, famiglie e cittadini. Le finalità della legge sono chiare: la Regione deve operare per realizzare il diritto all’inclusione sociale di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di religione, di censo e di etnia, con priorità per le persone in stato di fragilità per privazioni economiche, per condizioni sanitarie e psicologiche e per isolamento sociale, e si impegna a rimuovere le condizioni di abbandono delle persone, di sradicamento e di emarginazione determinate anche dal gigantismo delle strutture di ricovero che istituzionalizzano minori, adulti e anziani, uomini e donne e nelle quali è ostacolato il libero sviluppo della persona umana. Tutto questo attraverso la revisione dell’attuale assetto dei servizi domiciliari e delle residenze sanitarie della Regione Toscana incrementando, quando possibile, i servizi domiciliari e modificando le tipologie di residenze rendendole più familiari possibili.