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Una guida ai lasciti testamentari: risposte chiare ai dubbi più frequenti

Pur tutelando la posizione dei propri congiunti attraverso la quota legittima, i lasciti testamentari rappresentano oggi uno dei mezzi più efficaci e sicuri per collaborare concretamente a progetti di reale solidarietà. Per tale motivo, in questa sede, vogliamo fornire una guida ai lasciti testamentari che risponde ai dubbi più frequenti.

Il testamento come atto di vita

Il testamento è un atto volontario con il quale un soggetto dispone di tutti o di parte dei propri beni, con effetto dal momento della morte, destinando il proprio patrimonio in modo libero e autodeterminato. Proprio per l’effetto non immediato delle sue decisioni, le disposizioni testamentarie possono essere revocate o modificate in qualsiasi momento.

Ma chi può fare testamento e quali sono i limiti previsti dalle disposizioni normative? Ciascuna persona dotata di beni mobili o immobili può fare testamento, a patto che sia maggiorenne e non sia dichiarata incapace di intendere e volere. Per ricevere testamento, invece, la legge pone un numero maggiore di vincoli e ciò per tutelare le categorie più deboli. Il tutore, ad esempio, non può ricevere beni dal soggetto sottoposto a tutela e così il notaio, l’interprete e chiunque sia intervenuto al testamento.

Un’altra questione molto discussa riguarda la divisione del patrimonio tra quota legittima e quota disponibile. Come anticipato, la legittima rappresenta la quota di riserva che spetta a coniuge, figli e ascendenti, in caso di assenza di prole. Il problema che spesso viene in rilievo riguarda la determinazione precisa di queste quote, per la cui definizione si richiede aiuto al proprio avvocato di fiducia o al notaio di famiglia. La quota disponibile invece è la quota di patrimonio che può essere devoluta liberamente anche ad associazioni no profit.

La differenza tra erede e legatario: risvolti particolari

Nel momento in cui l’erede accetta l’eredità si assume la responsabilità sia dei debiti che dei crediti che il de cuius vantava. Per il legatario, invece, la situazione è diversa. Se accetta il legato, infatti resta estraneo ai debiti testamentari. In quest’ottica, i beneficiari di un testamento possono essere non solo congiunti e amici, ma anche associazioni ed enti che lavorano per realizzare scopi benefici per la collettività.

Per tale motivo è necessario individuare con estrema precisione eredi e legatari, evitando la nullità delle disposizioni testamentarie o eventuali contestazioni. Ciò significa che nel caso di devoluzione a enti e associazioni, andrà indicato il nome della stessa e di chi la rappresenta, senza alcun elemento di genericità. In alcuni casi, ancora, il testatore affida la scelta del beneficiario ad un terzo o al soggetto onerato, specificando la categoria di enti o persone tra cui scegliere: ammalati di tumore, orfani, senzatetto, animalisti e così via.

Perché un testamento solidale?

La devoluzione di parte del proprio patrimonio a un ente o associazione rappresenta un vero e proprio testamento solidale. Un gesto di reale generosità verso persone che si occupano con dedizione delle fasce più deboli della società, facendo affidamento esclusivamente sulla generosità della collettività. Si tratta, ovviamente, di decisioni modificabili e revocabili in qualsiasi momento e pertanto non vincolanti e non inficianti i diritti dei legittimari.

Chi decide di lasciare determinati beni alle Onlus, spesso realizza il sogno di aiutare e fare opere concrete a favore di determinate persone o categorie che in vita non è riuscito a sostenere, pur desiderandolo. I beni che si possono donare hanno ad oggetto azioni, denaro e titoli d’investimento, ma anche un terreno, una casa, una macchina, i propri arredi, opere d’arte o gioielli.