Pisa

UNA GIORNATA ACCANTO AI MALATI

di Caterina Guidi

Giunge alla ventesima ricorrenza la Giornata mondiale del malato. Anche nella nostra diocesi sabato 11 febbraio sarà il momento per sostare in preghiera assieme ai malati e agli anziani. A Pisa l’appuntamento è in Cattedrale, dove alle 14.45 inizierà la preghiera del Rosario. La Messa, presieduta dall’Arcivescovo, avrà inizio alle 15.30. Iniziative di spiritualità anche nel Duomo di Pontedera, con la recita del Rosario a partire dalle 15.30 e – a seguire – la celebrazione eucaristica; la giornata si chiuderà con una breve processione. «L’Unitalsi di Pontedera – spiega don Rocco Angelo Cuter – ha recentemente rinnovato la presidenza e il consiglio della sottosezione. Per marzo abbiamo in cantiere un pellegrinaggio di 4 giorni a Nevers. A Pontedera ci sono circa venti volontari che si occupano di centinaia di assistiti – c’è infatti da tenere conto di un crescente numero di anziani – e ci sarebbe bisogno di tante “braccia” in più». A Pietrasanta la ricorrenza sarà celebrata domenica 12, nel Duomo di San Martino, con una Messa solenne preceduta dal Rosario a partire dalle ore 10. Anche qui è il volontariato che «muove» tutto: «sarà l’Unitalsi – dice il parroco monsignor Stefano D’Atri – ad andare di casa in casa per accompagnare in chiesa i malati, utilizzando i furgoncini delle Misericordie e di varie associazioni». Nei giorni scorsi monsignor Luciano Leonardi, vicario diocesano per la Pastorale sanitaria, invitando tutti alle celebrazioni del finesettimana, ha ricordato l’importanza e lo scopo della Giornata: «Ci troviamo in questo giorno con i nostri fratelli malati, con quanti li accompagnano ogni anno in pellegrinaggio ai santuari, con quanti soffrono e sono soli nelle case delle nostre parrocchie e con quanti, a vario titolo – medici, infermieri, volontari, ministri della Comunione – si prendono cura di loro». Ed ha aggiunto: «sarebbe insensata una giornata all’anno per il malato, se non fosse un modo per rimotivare il credente che soffre a vivere ogni suo giorno in comunione con il Cristo, il quale ha sofferto nella sua vita terrena; ed ancora è Lui che oggi nuovamente patisce nel suo corpo che è la Chiesa». Non si tratta quindi di «ritagliare» un giorno sul calendario per pregare per i sofferenti. Quando Giovanni Paolo II ebbe l’idea di una Giornata per il malato gli scopi erano altri. Secondo la lettera di istituzione della Giornata – datata 13 maggio 1992 – è necessario «sensibilizzare il popolo, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile alle necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi; aiutare chi è ammalato a valorizzare la sofferenza; coinvolgere le diocesi, le comunità cristiane, le famiglie religiose nella Pastorale sanitaria; richiamare l’importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari; favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato». Ed ancora, è un momento per sottolineare l’importanza dell’assistenza religiosa e umana portata avanti da tanti sacerdoti, religiosi e laici ogni giorno, silenziosamente, nel mondo. Tutto questo nella giornata dell’11 febbraio: una data assolutamente non casuale; si tratta infatti della ricorrenza della prima apparizione mariana alla giovane Bernadette Soubirous, nella cittadina francese di Lourdes; è guardando a Lourdes che si può infatti intravedere un segno della presenza divina nella storia sofferente dell’uomo: «è santuario mariano tra i più cari al popolo cristiano – ebbe a scrivere Giovanni Paolo II -. È luogo e insieme simbolo di speranza e di grazia nel segno dell’accettazione e dell’offerta della sofferenza salvifica». E perché la memoria non resti un ricordo sterile, sta ai cristiani, a tutti gli uomini «di buona volontà», fermarsi a riflettere e a pregare, per essere sempre più capace – secondo le parole di papa Wojtyla – di «riconoscere nel volto del fratello infermo il santo volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità».