Italia

Una Diva presidente Mcl

di Sara D’Oriano

Diva Gonfiantini, fiorentina 51 anni e una figlia, è dallo scorso 28 novembre presidente regionale di Mcl (Movimento Cristiano Lavoratori). La prima donna presidente regionale che la Toscana abbia mai avuto. Solare e disponibile, ammette quasi subito: «La mia prima intervista in questo nuovo ruolo e mi sento un po’ emozionata».

Chi è Diva Gonfiantini? E come è  nato questo viaggio che oggi la porta ad essere la presidente di Mcl Toscana?

«Fin da piccola ho sempre frequentato gli ambienti del mondo cattolico, che iniziava con la mia parrocchia. Ricordo con particolare emozione i pellegrinaggi che organizzavamo a Loreto con il gruppo dell’Unitalsi, di cui facevo parte, e che hanno lasciato un segno indelebile nella mia esperienza. Abitavo vicino al circolo Mcl di Figline Valdarno, così spesso capitava che mi fermassi e, con molta naturalezza, col tempo mi fu offerto di lavorare per loro, e così è avvenuto. Era il 1983 e all’epoca studiavo ancora all’Università. Ho iniziato facendo piccoli lavori di segreteria e oggi affronto questa nuova sfida che i miei predecessori mi hanno proposto. Si può dire che è stata un’evoluzione naturale e molto spontanea».

È la prima donna a diventare presidente di Mcl Toscana. È il segno di un cambiamento, che si può estendere a tutto il mondo del lavoro?

«Sicuramente sì, anche se in Mcl le donne da sempre lavorano al fianco degli uomini e, se in Toscana è il primo caso, non lo è invece a livello nazionale, dove molte donne ricoprono ruoli gerarchicamente alti. Indubbiamente il mondo del lavoro è cambiato, le donne sono sempre più presenti ma ancora il loro livello di integrazione e parità con gli uomini non è soddisfacente e le leggi non tutelano abbastanza il lavoro al femminile, rispetto a temi importanti come quello della gravidanza, ad esempio. Mcl auspica comunque un inserimento e un riconoscimento maggiore delle donne, in ogni ambito. Ritengo che il contributo femminile sia di maggiore concretezza e praticità rispetto agli uomini nel risolvere certi problemi, e c’è una grande solidarietà tra donne impegnate. Rispetto al mio impegno, mi rendo conto che l’interesse e le aspettative sono piuttosto alte. Soprattutto vedo anche molta curiosità. Il tema della famiglia e dell’impegno della donna è molto caro a Mcl ed è stato affrontato a Roma in Aprile, durante il “Forum per le persone e le associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”, fortemente voluto dal Papa, e che ha focalizzato l’attenzione sul tema del lavoro all’interno delle famiglie, intese come unione tra uomo e donna».

Quali sono le emergenze più impellenti alle quali Mcl cerca di dare un contributo e sul quale intende impostare il lavoro futuro?

«Tra i vari problemi e criticità purtroppo al primo posto c’è una scarsa presenza genuinamente cristiana nel mondo del lavoro. Anche chi partecipa regolarmente alla vita della Chiesa e vive un’esperienza personale di fede, ha difficoltà a farla emergere anche sul luogo di lavoro. C’è una progressiva e crescente desensibilizzazione verso la vita spirituale e un distacco innaturale tra il Vangelo e la vita quotidiana, che vede nel lavoro una delle sue espressioni più alte. Mcl sta così cercando di promuovere azioni di formazione spirituale, anzitutto verso l’interno, e  per questo mi piacerebbe poter creare delle giornate di riflessione e di preghiera all’interno delle nostre sedi per  poi promuoverle anche all’esterno, soprattutto all’interno dei circoli, che in Toscana sono 355, attraverso momenti di formazione che siano aperti a tutti. Il problema dell’indifferenza e della passività non riguarda purtroppo solo noi, ma è un problema trasversale, che riguarda anche la realtà dei circoli Arci, solo per fare un esempio. Un altro tema su cui puntiamo molto è quello dell’etica. La pressione, soprattutto in questo tempo difficile è molto forte e ribadiamo la necessità di promuovere la persona e porre la vita al centro, in ogni ambito, a partire dal mondo del lavoro. In questo, la nostra presenza è forte e assolutamente schierata al di sopra delle parti politiche e in completa unitarietà. Si veda ad esempio la nostra partecipazione al Family Day di Roma e la nostra posizione nei confronti del caso di Eluana Englaro o ancora di Piergiorgio Welby. Ma siamo molto attenti anche al tema dell’immigrazione, per il quale abbiamo aderito a Toscana Impegno Comune (www.toscanaimpegnocomune.org, e a quello dei giovani, per il quale stiamo attivando una serie di importanti iniziative».

La prima cosa che farà  in questo 2010?

«Mi piacerebbe girare ogni provincia della nostra regione per conoscere da vicino la vita dei circoli e poter comprendere le principali emergenze. Spesso ci sono anche difficoltà interne tra circoli e parrocchie, alle quali i circoli sono molto legati. Vorrei poter discutere anche di questo, perché è solo attraverso le parrocchie che noi possiamo portare il nostro contributo ai cristiani del nostro territorio».

C’è qualcuno che deve ringraziare in particolare?

«Mio marito, che mi ha permesso tutto questo, mia figlia e il loro prezioso supporto».