Dalla porta d’ingresso si vede tutta la città di San Giovanni Valdarno. Un’immagine suggestiva che appare dalla piccola chiesa della Badiola, una delle più antiche possedute in Toscana dai benedettini di Nonantola. La chiesa, intitolata a Santa Maria in Mama, che fa parte della parrocchia di Santa Teresa d’Avila, diventerà il secondo luogo di culto della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro in cui i rumeni di rito ortodosso potranno celebrare le loro liturgie. Lo ha deciso il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, che ha già dato il suo assenso. A guidare i riti sarà il Paroh Octavean Ioan Tomuta che svolge il suo servizio pastorale nella parrocchia di San Giovanni Battista in piaggia di San Bartolomeo ad Arezzo.La scelta ha un duplice significato. Da un lato si è voluto offrire un punto di riferimento ai cristiani ortodossi che per motivi di lavoro si trovano in Valdarno e che avranno la possibilità di partecipare almeno una volta al mese alla celebrazione nella loro lingua e con il loro rito. Dall’altro lato è stato deciso di favorire su un clima di distensione nei confronti della confessione ortodossa, come aveva sempre auspicato Giovanni Paolo II e come adesso sollecita di fare Benedetto XVI. La chiesa resterà comunque a disposizione della parrocchia di Santa Teresa d’Avila che continuerà ad utilizzarla per alcune celebrazioni.Il debutto «ortodosso» è fissato per sabato 25 febbraio, alle 18.30, con una liturgia che sarà un «inno» a San Giovanni Battista. Nel dopocena, alle 21.15, la chiesa di Santa Teresa farà da cornice allo spettacolo-concerto «Troviero in cerca dell’Europa», un diario di viaggio alla scoperta della musica medievale e tradizionale del vecchio continente. A mettere in scena la performance la Casa di cultura degli studenti di Bucarest, la società culturale artistica della gioventù «Concret» e l’associazione «Mioritics». Lo show è accompagnato da una mostra fotografica dal titolo «Le chiese fortificate di Transilvania».G.G.