Opinioni & Commenti
Una Chiesa «di popolo» accanto ai più poveri
di Stefano Fontana
Gli interventi che le diocesi stanno mettendo in atto in aiuto delle famiglie strette dalla morsa della crisi appartengono a questa carità, che esprime la natura stessa della Chiesa. Una carità disinteressata, fatta anche con le risorse dell’otto per mille, ma non solo. Carità che la Chiesa attua in proprio, tramite le proprie organizzazioni come la Caritas, ma che più spesso realizza in collaborazione con altri soggetti: comuni, fondazioni bancarie, associazioni, diventando così soggetto di reti collaborative e solidali. In questo modo le iniziative a sostengo delle famiglie diventano occasioni di crescita civile, di assunzione di responsabilità dal basso, di educazione alla sussidiarietà. Hanno insomma un significato educativo, mobilitano le persone, le associazioni e le istituzioni intermedie a darsi da fare. Oltre a produrre risultati concreti, esse generano anche socialità e spirito civico.
La Chiesa italiana intende ancora essere una «Chiesa di popolo». Per questo cerca d’incontrare i bisogni della popolazione, da qualsiasi parte provengano. Si tratta infatti di interventi non rivolti alle famiglie cattoliche, ma alle famiglie bisognose. Solo in questo modo la Chiesa può avere un’autorevolezza tale da parlare ed essere ascoltata anche su altre situazioni si pensi ai temi della vita e della famiglia senza essere considerata un corpo estraneo rispetto al Paese, oppure venire accusata di moralismo.
I vescovi italiani sono convinti della validità di questo sforzo, tanto è vero che nella riunione del Consiglio permanente di marzo lo preciseranno meglio nelle sue motivazioni e metodologie. Sono però anche consapevoli che si tratta di una goccia nell’oceano. Non può esser questo a sostituire le vere politiche per la famiglia e, soprattutto per la famiglia in difficoltà economica. Questi interventi a favore delle famiglie in difficoltà si collegano, quindi, con le iniziative della Chiesa e del mondo cattolico per avere nuove politiche familiari nel nostro Paese. Dopo il Family day, il Forum delle associazioni familiari ha presentato una petizione per un «fisco a misura di famiglia» corredata da migliaia di firme. Dal mondo cattolico in particolare dal quotidiano «Avvenire» sono arrivate molte critiche al progetto governativo del «bonus famiglie» inserito nel decreto anticrisi, in quanto risponderebbe ancora ad una logica individuale più che familiare e penalizzerebbe la famiglia costituita da una coppia sposata con figli. La Chiesa insiste molto sul «quoziente familiare» e non manca di ricordare che questo obiettivo era presente nel programma di questo governo, anche se poi il ministro Sacconi lo ha posto come obiettivo di legislatura data la scarsità delle risorse a disposizione. Insomma, sulla famiglia la Chiesa non molla.