Una chiesta d’autore per Terranuova Bracciolini. Sabato 8 settembre, alle 16.30, verrà collocata la prima pietra della chiesa di Santa Maria Nuova «firmata» dall’architetto di fama internazionale Mario Botta. La scelta della data non è casuale: infatti, è quella della festa patronale. Alla cerimonia parteciperà il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, nell’area di via Ville, appena fuori le antiche mura della cittadina del Valdarno, dove sorgerà l’edificio di culto. Al suo fianco ci sarà il parroco, don Donato Buchicchio insieme all’intera comunità parrocchiale che da anni sono impegnati per realizzare l’ambizioso progetto. «L’idea parte da lontano – spiega il sacerdote – I primi contatti con Botta risalgono addirittura al 2000 quando, grazie all’amicizia con il cardinale Gilberto Agustoni, prefetto emerito del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, abbiamo avuto alcuni colloqui con l’architetto». Sia il cardinale, sia il progettista sono di Lugano in Svizzera. «L’esigenza di costruire una nuova chiesa – racconta don Buchicchio – è figlia dell’esplosione demografica di Terranuova. L’attuale risale al 1337 come si legge nel campanile: di fatto è contemporanea alla fondazione del paese. Fra il Seicento e il Settecento è stata rimaneggiata, ma non è più in grado di accogliere le celebrazioni di una parrocchia che adesso conta 7mila anime». Da qui l’urgenza di pensare ad un nuovo edificio. Lo spazio su cui sorgerà Santa Maria Nuova è vicina alla piazza centrale, piazza della Repubblica, e si trova ai piedi della collina dietro cui si trova l’abitato delle Ville. Il terreno è stato individuato da don Buchicchio insieme all’ex sindaco Carlo Pasquini. Ma i 2500 metri quadrati destinati ad ospitare il complesso non appartenevano alla parrocchia e sono stati donati da Quinto Ghezzi e Renato Trippi della Fattoria di Santa Maria. L’iter per arrivare alla posa della prima pietra è durato quattro anni. «C’è voluta molta fede», confida con un filo di ironia il parroco. La scelta di affidare il progetto a Mario Botta è stata prestigiosa. «Botta – spiega don Buchicchio – è uno dei migliori architetti del sacro di questi anni. A lui si devono le più belle chiese realizzate di recente». Qualche esempio: la Cattedrale della Resurrezione di Evry in Francia, la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno in Svizzera o il complesso del Santo Volto a Torino. Per non parlare della ristrutturazione del Teatro alla Scala a Milano che Mario Botta ha curato. Gli incontri fra il celebre architetto e don Buchicchio sono stati diversi per definire le linee essenziali di Santa Maria Nuova. «In un primo momento la chiesa doveva essere sotto terra – riferisce il sacerdote – Poi Botta è venuto a Terranuova, ha visto l’area e ha visitato il Valdarno. E’ rimasto colpito dalla pieve romanica di Gropina e ha deciso di ispirarsi alla cripta che ha due navate». E, infatti, saranno proprio due le navate di Santa Maria Nuova. Il bozzetto della nuova chiesa che ha due enormi tetti lascia spazio a differenti letture: la chiesa può apparire come una «scalinata» che conduce a Dio, come una trasposizione delle due tavole della Legge o come la sintesi dell’Antico e del Nuovo Testamento. «In realtà tutto va ricondotto alla cripta di Gropina», spiega don Buchicchio. E ne dà una interpretazione: «L’aspetto ascendente di Santa Maria Nuova rappresenta l’ascesa dell’uomo verso il cielo». La chiesa che sarà larga 20 metri e lunga 33 avrà 330 posti a sedere. All’ingresso si troveranno sia il fonte battesimale sia la penitenzieria. Il tetto sarà in rame e ogni scalino avrà una finestra. Così la luce naturale sarà filo conduttore dell’edificio. «Un luogo di culto dal volto contemporaneo – afferma don Buchicchio – è forse una provocazione ma dà il senso di una Chiesa che è sempre in cammino e guarda al futuro». Santa Maria Nuova che è stata finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana costerà oltre due milioni di euro. L’ultima chiesa costruita in diocesi è quella di San Leo alla periferia di Arezzo. All’evento dell’8 settembre sarà presente il figlio di Botta, Tommaso, insieme al sindaco Mauro Amerighi e alle autorità civili. La prima pietra sarà murata nel punto in cui si troverà l’altare. L’apertura del cantiere è prevista entro la fine dell’anno. di Giacomo Gambassi