Lettere in redazione

Una campagna acritica contro i fondi pensione

Sono veramente perplesso. Riconoscevo a «Famiglia Cristiana» una grande onestà intellettuale, ma dopo gli articoli in materia di fondo pensione e risparmio tradito ho – mio malgrado – cambiato parere. Sui fondi pensione ha imbastito un rapido «perché sì, perché no» a distanza fra esponenti delle due posizioni, ma nel corpo dell’articolo ha ripreso (di più: sposato) le opinioni del prof. Beppe Scienza di cui io – ma non credo di essere il solo – non avevo mai sentito parlare e al quale, se davvero i nomina fossero numina, dovremmo certamente inchinarci. Dico sposato perché più che argomentazioni sono giudizi, riportati acriticamente con una fede cieca e assoluta quale nemmeno Benedetto XVI potrebbe aspettarsi dal più devoto dei fedeli.

«Per il momento non fate nulla, o dateli all’Inps…». Ma 1) non fare nulla significa andare comunque al fondo di categoria, perdendo però il contributo del datore, mentre 2) andare all’Inps significa finire in una  gestione garantita, che appunto per questo renderà pochissimo. Scelte penalizzanti, specie i giovani!

E «Famiglia Cristiana« ha fatto proseliti. Anche Toscanaoggi, al n. 23 riporta un articolo sulla riforma del TFR  che «non convince i lavoratori». Non ci crederete: l’unico nome citato, in un riquadro in bella evidenza, è sempre il suo: B.S. in persona! con tanto di libro (titolo, editore, prezzo) contro i fondi e in difesa del TFR.Ma quali meriti particolari ha questo signore presso l’editoria cattolica? perché non è mai messo a confronto con altri? perché dobbiamo veder pubblicizzati i suoi libri (e solo i suoi)? Alessandro PonticelliLivorno

Ho dovuto tagliare la sua lunga lettera, anche perché diretta in primis a «Famiglia cristiana» e solo di riflesso a noi. La sostanza è comunque l’accusa a entrambi di aver fatto una campagna «acritica» contro i «fondi pensione» e di aver sponsorizzato i libri del prof. Beppe Scienza. Per quanto ci riguarda, ci sembra che il suo giudizio faccia torto al nostro «primo piano» del n. 23, che nell’articolo principale – senza per questo disconoscere l’importanza della «previdenza integrativa» – riportava le perplessità di due ministri dell’attuale governo (Amato e Ferrero) e i dati di un’indagine del quotidiano economico «Sole 24 ore». Dati relativi agli inizi di giugno, che dimostravano ancora una scarsa adesione ai «fondi» e in parte corretti da alcune anticipazioni fornite proprio in questi giorni, all’indomani della scadenza del 30 giugno, dal ministro del lavoro Cesare Damiano.

Sembra infatti (ma ancora si tratta di «proiezioni») che l’obiettivo del governo, di un’adesione complessiva del 40% ai fondi di previdenza, alla fine sia stato raggiunto. Però grazie anche ad un 10% di lavoratori che non ha espresso preferenze (per dimenticanza? per scarsa informazione?) e che adesso si trova – con il meccanismo del «silenzio-assenso» che continuiamo a ritenere ingiusto – tra quanti hanno aderito senza neanche la possibilità di ripensarci. Una situazione questa, che con quel nostro «primo piano» cercavamo appunto di prevenire, favorendo al contrario una scelta consapevole in un senso e nell’altro. In quel contesto ci è sembrato interessante segnalare a parte il volumetto del prof. Beppe Scienza, docente di matematica all’Università di Torino, diventato – grazie soprattutto al blog di Beppe Grillo – uno dei più critici verso il provvedimento.

Claudio Turrini