Una bandiera dell’Australia: per dire a tutti che sì, in questo week-end, la testa di tanti giovani era a Marina di Pisa, ma il cuore era a Sidney, dove Benedetto XVI si incontrava con centinaia di migliaia di coetanei di tutto il mondo; una lampada: richiamo allo Spirito Santo, che dovrà illuminarci nella nostra vita; e un mazzo di fiori: i loro colori, i loro profumi rimandano alla bellezza della creazione.La liturgia, si sa, vive di simboli. E la bandiera, la lampada, i fiori, insieme al pane e al vino, sono i segni offerti a Dio durante la celebrazione di chiusura della Gmg diocesana, il pomeriggio di domenica scorsa nella chiesa di Santa Maria Assunta a Marina di Pisa. L’arcivescovo ha preso spunto dal vangelo del giorno per parlare ai giovani. Le tre parabole raccontate da Gesù alla «sua» gente (il buon grano e la zizzania, il regno dei cieli paragonato ora ad un granellino di senapa, ora al lievito), usano un linguaggio proprio di una civiltà contadina che molti giovani hanno abbandonato. Eppure quelle parabole «possono darci il là osserva monsignor Benotto – per un cammino che dovrà continuare nella realtà delle nostre parrocchie». Il Signore continua offre tante opportunità a tutti di far esperienza di lui. Ci aiutano in questo l’esperienza della Chiesa e i percorsi educativi. Già, i percorsi educativi. Rivolto soprattutto a chi ha responsabilità educative: «non c’è da risparmiare sul seme purtroppo oggi invece di dare buon seme ci si accontenta di quello che offre il mercato». Una considerazione su cui un agronomo non farebbe una piega: anche nel nostro territorio molti coldiretti, per risparmiare sulla qualità del seme, finiscono per avere una pessima resa, il grano duro ha un grado proteico basso e i pastificatori preferiscono importarlo dal Canada per trasformarlo in spaghetti appetitosi. Una considerazione che, a maggior ragione, ha presa nella proposta cristiana. Ci vengono in mente le osservazioni rilasciate al nostro settimanale da don Claudio Bullo, responsabile della pastorale giovanile della nostra diocesi: «Dico sempre agli animatori dei gruppi giovanili: vostro compito non è solo ingraziarvi la simpatia dei ragazzi, ma, soprattutto, quello di proporre il Vangelo».«Un cristiano osserva nell’omelia l’arcivescovo riceve da Dio il meglio, perché noi possiamo dare il meglio». È vero, educare a scelte coerenti con il Vangelo non è facile come ai tempi di Gesù c’è sempre chi semina zizzania nel nostro stesso campo di grano. Ci potrà però confortare l’idea che «il buon seme ha commentato monsignor Benotto ha in sé stesso la capacità di germogliare». E se il seme è buono serve solo pazienza, un termine poco amato dai giovani, che invece desidererebbero tutto e subito. E invece con pazienza, perseveranza, continuità di impegno, qualcuno raccoglierà. Alle famiglie, prime agenzie educative dei nostri figli: «a volte si annaspa, perché non sappiamo dove andare. Ma noi la mèta l’abbiamo: è Gesù». Alle comunità parrocchiali, «famiglie di famiglie»: «se i nostri giovani avessero di fronte proposte forti, sono sicuro che metterebbero in gioco la loro vita».In questo week-end osserva ancora l’arcivescovo avremmo potuto essere molti di più. Ma invece di cercare ciò che non abbiamo, cerchiamo, in primis, di far germogliare quello che c’è. Il Regno dei cieli è come un pugno di lievito, dice Gesù. «Se saremo capaci di accogliere il dono di Dio, quel pugno di lievito diventerà come una gran massa di farina». Infine: «Da soli non ce la faremo. Ma con l’aiuto di Dio si può tutto, lo Spirito Santo è la nostra forza».Al termine della celebrazione, i sentiti ringraziamenti di don Claudio Bullo a quanti hanno partecipato all’evento: all’arcivescovo, a lungo applaudito, al parroco di Marina di Pisa don Edoardo Butta, che ha ospitato l’happenning, alla parrocchia di San Piero a Grado, dove i ragazzi si erano recati la domenica mattina (cfr articolo a lato) ricevendo un’accoglienza meravigliosa, ai sacerdoti; erano una dozzina, insieme all’arcivescovo, e quasi tutti giovani, resisi disponibili per le confessioni durante la bella penitenziale organizzata nel pomeriggio prima della Messa. Preti giovani per i giovani. E seminaristi al completo, alcuni in servizio alla mensa eucaristica, speranza per il futuro.Appuntamento a Madrid, nel 2011. La Spagna è più vicina, i pisani che si recheranno alla Gmg, questa volta, c’è da pensarlo, saranno in tanti. Intanto, però, c’è da testimoniare Gesù nella vita di tutti i giorni: a scuola, nei luoghi di lavoro, nelle comunità o nei movimenti di provenienza. E contagiare di entusiasmo i ragazzi che, nei giorni scorsi, hanno scelto di fermarsi cento metri più avanti sul lido di Marina di Pisa.