Lucca

Un santuario da ‘riscoprire’ sulle colline di Matraia

Su un’altura poco distante dal paese di Matraia, alle pendici del monte Gromigno delimitate dai rami del torrente Fraga, sorge infatti un piccolo e antichissimo santuario dedicato alla Madonna delle Grazie, più nota come Madonna del Castellaccio.

In origine, nel Medioevo, la località ospitava una comunità autonoma, detta di Coldipozzo, già esistente nel XII secolo come borgo murato intorno al castello omonimo che la nobile famiglia degli Avvocati di Lucca ebbe in feudo da Federico Barbarossa nel 1155. Al castello (Castrum Putei) era annessa una cappella dedicata a sant’Andrea apostolo, della quale nel 1175 risulta rettore prete Antonio. Durante il XIII secolo, la comunità si affrancò progressivamente dagli obblighi di rendita e di servizio verso la potente famiglia, costituendosi in vicinia.

Gli Avvocati continuavano però a godere di importanti privilegi nella città, trovandosi per questo in contrasto con Castruccio Castracani quando questi, nel 1320, divenne signore di Lucca. La congiura ordita contro Castruccio dai Carincioni e da altre famiglie del partito guelfo come gli Avvocati fu scoperta, e gli oppositori vennero uccisi o banditi. Gli Avvocati tentarono di salvarsi rifugiandosi a Coldipozzo, ma nel 1327 le milizie castrucciane assediarono e distrussero il castello deportando a Lucca gli abitanti del borgo.

Nonostante la loro dispersione, la chiesa di S. Andrea rimase officiata per la devozione delle comunità limitrofe. Gli Avvocati conservavano ancora il diritto di giuspatronato su di essa, e continuarono a riscuoterne le rendite finché, nel 1494, per estinzione della linea maschile, il beneficio passò ai Guidiccioni. Nella seconda metà del Seicento, quando anche la linea maschile del ramo di questa famiglia si estinse, il beneficio passò alla famiglia Guinigi fino alla soppressione sancita nel 1808 dalle leggi napoleoniche.

È proprio negli ultimi decenni del sec. XVII che in questo luogo si afferma prepotentemente il culto della Madonna delle Grazie. Dai documenti d’archivio è ragionevole ipotizzare che essa si leghi a un fatto storico circostanziato quale fu l’epidemia di peste del 1630-1632 che, complice la Controriforma, risvegliò nel popolo forti sentimenti di devozione. Risale infatti a quest’epoca il dipinto della Madonna con Bambino, sant’Andrea e san Mamerto di cui oggi si conserva una copia presso l’altare dopo il trafugamento dell’originale nel 1977.

Alla Madonna delle Grazie sono attribuiti numerosi miracoli e guarigioni, come riferisce già monsignor Almerigo Guerra in un libretto stampato nel 1897, e come testimoniano i numerosi ex voto che prima del furto erano esposti all’interno della chiesetta. Almeno fin dal 1676 la sua custodia fu demandata agli eremiti nominati dalla Curia lucchese – almeno nove in poco meno di due secoli – generalmente terziari francescani che curavano il decoro dell’oratorio. La tradizione del romitorio si protrasse fino al 1855 con frate Francesco fu Michelangelo Taddeucci di Matraia.

In seguito, l’amministrazione e la manutenzione dell’edificio fu affidata – come avviene tuttora – a un comitato di tre paesani, detti festaioli, nominati annualmente da quelli uscenti. Il loro compito principale è appunto organizzare la festa della Madonna delle Grazie, che cadeva in origine il lunedì in albis ed oggi si celebra la domenica con grande partecipazione di fedeli; nell’occasione si rinnova la tradizione ormai secolare della stampa di un sonetto dedicato alla Madonna.