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Un prete salentino a Tokyo. A colloquio con don Gionatan, cappellano della squadra olimpica azzurra
Nella sua formazione verso il sacerdozio anche un passaggio dal liceo “Giovanni Paolo II” del seminario diocesano di Lecce, scuola paritaria ormai cessata. Don Gionatan è stato già cappellano della squadra olimpica italiana ai Giochi olimpici invernali del 2018, che si sono svolti a Pyeong Chang in Corea del Sud nel 2018. L’Italia, peraltro, è una delle poche nazioni che ha inserito un cappellano nella delegazione ufficiale olimpica, dandogli così un ruolo ufficiale e centrale. Tornato dal Giappone si è volentieri reso disponibile a rispondere alle domande di Portalecce.
Da pugliese, quale orgoglio ha avvertito considerando che una buona parte delle medaglie italiane sono al collo di campioni nati e cresciuti nella nostra terra?
L’ho scritto nella mia terza lettera da Tokyo quando, rivolgendomi a Vito Dell’Aquila ho scritto: “Grazie a te, Vito, perché hai portato a Tokyo la caparbietà della nostra Puglia e, in quel campo di gara con la pianta ottagonale che sembra di stare quasi a Castel del Monte, hai raccontato la prontezza del protendere un calcio verso tutto ciò che si presenta come avversario nella vita! Grazie perché hai portato a Tokyo la resistenza della nostra terra e ne hai mostrato la predisposizione a non mollare, a non lasciarsi travolgere dalle avversità, a non rassegnarsi anche quando qualcuno nello srotolarsi dei giorni il calcio tenta di sferrarlo nel nostro stomaco! Grazie perché hai portato a Tokyo la passione pugliese, quella fatta di spensieratezza e di impegno, di sacrificio e di un pizzico di follia, facendo della creatività una logica!”.
(*) Portalecce.it