Pisa

“UN PIENO DI EMOZIONI”

di Francesco Paletti

C’è chi torna raffreddato, non per colpa dell’inverno australiano, o almeno non solo. «La verità è che ci siamo fatti un bagno nell’Oceano: l’acqua era gelida come non l’avevo mai sentita, ma non si poteva rinunciare, era uno spettacolo» dice Lorenzo Corradini, che con i suoi 16 anni è stata la più giovane delle cinque «sentinelle» inviate a Sidney dal servizio diocesano di Pastorale Giovanile. E chi riparte con indosso il solito maglione da almeno tre giorni, perché ha preferito «condividere e godersi questo senso di unità nella diversità piuttosto che perdere tempo dietro detersivi e lavatrici», come spiega Davide Petri, 22 anni, catechista della parrocchia di Ghezzano.Per tutti, però, la 23esima Giornata Mondiale della Gioventù è stata soprattutto «una tonificante iniezione d’entusiasmo e una ricchezza che dovremo saper testimoniare al ritorno in Italia» spiega don Roberto Buratti, parroco di Ripa e capodelegazione dei giovani pisani. Il riferimento è, ovviamente, al momento d’incontro e condivisione con il resto della comunità diocesana già messo in programma dall’arcivescovo alla ripresa delle attività pastorali, «ma soprattutto -aggiunge don Buratti- penso agli impegni che attendono ciascuno, me incluso, nelle proprie realtà: lì verificheremo davvero se, e in che modo, la Gmg ha toccato la vita di ciascuno».Ogni luogo e momento rimanda ad un pensiero, un incontro, un aneddoto che ha segnato in modo indelebile i giorni australiani di Federico Ciavattone, 28enne ricercatore all’università di Pisa impegnato nella Gifra, Marco Vanni, idraulico 24 enne proveniente da Asciano e catechista nella parrocchia di Ghezzano, di Lorenzo e di Davide. L’accoglienza, calorosa e semplice della comunità italiana in Australia e della chiesa locale, emerge dai ricordi di tutti. «Lunedì sera è stato quasi incredibile -racconta Lorenzo-: ci aggiravamo per Sidney in cerca di un posto per cenare, quando si è aperta la porta di un ristorante, il proprietario ci ha fatto accomodare, ha riempito i tavoli di ogni cosa e poi, al momento di pagare, ci ha messo in mano un biglietto da visita e ha detto: “ricordatevi di noi quando tornerete in Italia”». Momenti difficili da dimenticare, come quando una signora che si è presentata al mattino con una busta chiusa: «Tenete, non vi ho potuto ospitare però voglio fare anch’io la mia parte». C’erano dei soldi per coprire le spese degli spostamenti dei giovani toscani. «Si sentiva quasi in “colpa” per non averci potuto accogliere -spiega don Buratti-: da lunedì, infatti, abbiamo lasciato la scuola in cui abbiamo “abitato” durante i giorni di Sidney perché è ripresa l’attività didattica e c’è stata una vera gara d’accoglienza da parte delle famiglie australiane».Tutti momenti da riporre nella preziosa valigia dei ricordi. Come le tre catechesi dedicate allo Spirito Santo, «per me particolarmente illuminanti visto che fra l’altro, in parrocchia, seguo proprio i ragazzi che si stanno preparando alla Cresima» racconta Davide. O come, l’enfasi posta da Papa Ratzinger sull’emergenza ambientale e le tante «ferite che segnano la superficie della terra quali l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo» nel discorso pronunciato, giovedì scorso a Barangaroo, durante la festa d’accoglienza. «Sarà forse perché studio scienze naturali -spiega Davide- ma credo che la salvaguardia del creato debba diventare un tema al centro anche della pastorale ordinaria e della catechesi».Bagaglio pieno di ricordi anche per Chiara Del Corso, la 25 enne animatrice della parrocchia di Santa Marta che svolge servizio civile al Centro d’Ascolto della Caritas diocesana, volata a Sidney con gli altri ragazzi del tavolo ecclesiale della Cei per accogliere i pellegrini. «La mia è stata una Gmg interamente dedicata al servizio, ma non meno intensa», dice mentre è alle prese con lo smontaggio di palchi e attrezzature varie. I primi tre giorni ha fatto la spola fra l’aeroporto e i diversi luoghi d’accoglienza dei pellegrini in arrivo, poi supporto logistico alle catechesi, infine l’accompagnamento alle persone più fragili durante la veglia e le altre celebrazioni del fine settimana: «Sveglia alle quattro del mattino e a letto quasi sempre oltre mezzanotte -racconta-, ma non mi lamento affatto perché anche nei nostri confronti non è mai mancata l’attenzione ai percorsi personali e alla spiritualità: ogni mattina c’erano le lodi e la Messa e la sera compieta. Inoltre c’era sempre un sacerdote disponibile, per le confessarsi o semplicemente per due parole di confronto».Sulla via del ritorno anche la nutrita delegazione neocatecumenale della diocesi: trentatré ragazzi in tutto, per lo più delle parrocchia di San Nicola e di Pietrasanta. Prima le «missioni popolari» per le strade di Sidney e delle città circostanti, poi l’Eucaristia presieduta dal Cardinal Bagnasco, infine l’incontro con Bendetto XVI. «Un’esperienza molto forte – commenta dalla capitale australiana Marco Caproni, uno dei responsabili della comunità di Pisa- che il Signore sta accompagnando regalando a tutti un’esperienza concreta e indimenticabile».