Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Un patto fra giovani e adulti nel segno della speranza.

Dal 3 al 5 gennaio, a Poggio di Loro, alle pendici del Pratomagno, si è svolto un campeggio residenziale tra giovani dai 14 ai 22 anni dell’area pastorale e animatori dell’oratorio di Terontola, con la metodologia maieutica e di dinamica di gruppo, in un clima familiare e di completo relax. I giovani sono stati invitati a esprimersi su alcune domande esistenziali: chi sono i giovani d’oggi? Una generazione che non spera più? Che cos’è la speranza per i giovani? Quale futuro è possibile? Come la Chiesa può entrare in gioco nella vita di un giovane?Il laboratorio aveva l’obiettivo di ascoltare, confrontarsi nelle esperienze di vita, aprire un canale di dialogo tra giovani e adulti, individuare un cammino possibile insieme in un momento storico in cui si presentano i giovani come la «generazione senza speranza» a cui si propongono «pacchetti preconfezionati, elaborati a tavolino, lontani dal loro vero sentire», cioè un falso futuro.I diciassette partecipanti si sono espressi, confrontandosi con animatori adulti provenienti da diverse esperienze di vita: familiare, sacerdotale, religiosa. Si sono espressi con libertà, sollecitando glia adulti ad ascoltarli ed esternando i loro tesori. Gli adulti hanno compreso che i giovani non sono persi, non sono i ragazzi dei muretti alla ricerca di una falsa libertà o di un possibile sballo per riempire l’esistenza, ma hanno ricchezze che interpellano la nostra società. È dovere degli adulti aiutarli a trovare il senso della vita, dove Dio non è lontano, ma più vicino di quanto non si creda.Gli errori dei padri, soprattutto nel giudicare le nuove generazioni, sono messi sotto processo: interpellano il mondo degli adulti con forza. Non esistono solo «bamboccioni», ma c’è tutta una generazione che vuole realizzarsi trovando un senso compiuto alla vita.Dalla critica di alcuni articoli di giornale e di fatti accaduti nel nostro territorio o di esperienze in corso sono nate delle proposte che hanno aperto all’entusiasmo anche gli animatori dell’oratorio. Il confronto ha portato tutti i partecipanti a rendersi disponibili per un cammino insieme: insieme per tentare questa grande avventura, senza ipocrisie e senza compromessi, dove Dio è presente e il «religioso» non rappresenta solo il «no» ma l’aiuto a proiettarsi positivamente verso un futuro compiuto che vede la persona giovane protagonista in cammino con l’adulto amico e disponibile, ma non complice o tendente al ribasso «facendo sconti sui valori».Le prospettive sono buone per una progetto giovani-adulti che recupera tutta la fascia adolescenziale e post-adolescenziale fino ai giovani adulti. Gli operatori Anspi, insieme ai sacerdoti e alle suore del Sacro Cuore, stanno anche prospettando un luogo di residenza stabile, nella zona di Terontola e Val d’Esse, dove il confronto positivo può divenire l’anima degli obiettivi di tale impegno per la comunità: una piccola Barbina?di Monica Fabbrini