Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Un Pastore col coraggio dell’ascolto»

Carissimo Gualtiero, vescovo e perciò doppiamente fratello, unirmi al tuo rendimento di grazie e alla festa della tua Chiesa per i dieci anni del tuo servizio episcopale nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro è per me grandissima gioia e motivo anche personale di gratitudine verso il Signore. Ne è passato del tempo dagli anni ’50, quando ti ho conosciuto nel Seminario minore, ragazzo solido e dalla faccia solare, arrivato a Firenze dall’Appennino tosco-emiliano. Ed è passato del tempo anche da quando ci siamo ritrovati a Firenze, chiamati dal cardinal Giovanni Benelli, tu ormai rettore del Seminario ed io pro-vicario a fianco del vicario generale, il vescovo Ravagli. La Provvidenza ha poi voluto che lavorassimo insieme per il bene della Chiesa fiorentina: tu prima come rettore del Seminario e poi come vicario generale e io come arcivescovo.Spesse volte abbiamo insieme reso grazie a Dio per l’esperienza di comunione che lo Spirito ci ha donato e per il ministero che abbiamo vissuto con entusiasmo: la schiettezza dei rapporti, la comunione fra i presbiteri, l’affrontamento dei problemi pastorali legati all’applicazione delle norme nate dalla revisione del Concordato e la diminuzione numerica dei preti, il decentramento dei vicariati e lo sforzo per un cammino insieme più profondo, il grande evento del Sinodo diocesano che ha richiesto tutte le nostre energie per quattro anni.Poi, nel 1994, la tua consacrazione episcopale nella basilica di San Lorenzo (la più antica cattedrale fiorentina) a causa della ridotta disponibilità della cattedrale di Santa Maria del Fiore impegnata in gravi lavori di restauro alla cupola del Brunelleschi, e il tradizionale pellegrinaggio mariano di avvio dell’anno pastorale, che fu il nostro saluto a te che partivi per la diocesi di Massa Marittima-Piombino. Dopo quattro anni, poco più di dieci anni fa, il 21 novembre 1998, il Papa Giovanni Paolo II ti chiamava a reggere la Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, succedendo al vescovo Flavio Roberto Carraro trasferito a Verona.Anch’io voglio festeggiare nell’intimità della preghiera i tuoi dieci anni di ministero pastorale nella Chiesa che ha la sua tenda nelle terre di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, ringraziando il Signore, perché la testimonianza dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici è la garanzia solida per continuare, pur in mezzo alle inevitabili difficoltà, il tuo cammino di apostolo di Cristo. E altrettanto dicono quanti nella Chiesa italiana hanno avuto contatto con te in quanto delegato per i Seminari d’Italia.Ritornano ora alla mia memoria le parole che l’apostolo Giovanni, per ordine del Signore, scrive all’angelo della Chiesa che è a Filadelfia e che mi piace applicare all’angelo della Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che sei tu, caro vescovo Gualtiero: «Conosco le tue opere. Ecco ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere… Tieni saldo quello che hai perché nessuno ti tolga la corona» (Ap 3,7-13).Le tue opere. Quelle che il Signore conosce, con le pesantezze, le ferite, le delusioni, le preoccupazioni, le paure, ma anche le gioie, lo stupore, l’entusiasmo, il canto del nostro ministero.Le tue opere, che anche i fedeli conoscono, perché vedono con i loro occhi il tuo impegno di accoglienza e di ascolto, la tua presenza rassicurante e fedele nel cammino non facile che il popolo di Dio è chiamato a realizzare in questo pezzo di storia in cui la Provvidenza ci ha collocati.Opere che conoscono soprattutto i tuoi sacerdoti che hanno toccato con mano la premura del tuo metterti al fianco, la fedeltà del tuo camminare insieme, l’incoraggiamento sereno ad affrontare il futuro senza paura e senza la rassegnazione di chi va avanti avendo perduto la speranza.Quante volte un vescovo sente rivolta a sé la Parola che udì Simon Pietro alla fine di una nottata di inutile fatica sul mare di Galilea: «Prendi il largo». Il Signore ha aperto dinanzi a te una porta che nessuno può chiudere. Continua il tuo cammino con fiducioso ottimismo, pur senza sottovalutare i problemi, e trascina nella meravigliosa avventura della fede il popolo che il Signore ti ha affidato, aiuta tutti a vivere la consegna del Papa Giovanni Paolo II all’apertura del terzo millennio dell’era cristiana: «Non ci seduca la prospettiva ingenua che di fronte alle grandi sfide del nuovo tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi».Tu, carissimo Gualtiero vescovo, continua a combattere nella valle del mondo. Io, anche per te, tengo alzate sul mio monte le mani della preghiera, custodendo nel cuore una commossa gratitudine per quello che attraverso di te il Signore mi ha donato e continua a donare alla sua Chiesa.di Silvano Piovanelli, cardinale arcivescovo emerito di Firenze