di Andrea Bernardini Un kit antidroga da consegnare ai genitori per scoprire se i figli minorenni fanno uso di droga. Ermanno Sorbo, assessore allo sport del comune di Pietrasanta, ha mutuato l’idea che fu di Letizia Moratti, sindaco a Milano, e la ripropone ai genitori del comune versiliese. Papà e mamma di 450 pietrasantini di 15 e 16 anni stanno ricevendo in questi giorni una lettera contenente un coupon con il quale potranno ritirare gratuitamente alla farmacia comunale della zona di Porta a Lucca il kit per l’esame delle urine, composto dal liquido di reazione e dalle cartine di rilevamento.Secondo i dati forniti a Toscana Oggi dall’Agenzia regionale della sanità quasi 34 studenti versiliesi su cento affermano di aver fatto uso di droghe almeno una volta nella vita, quasi il 30% almeno una volta nell’ultimo anno e il 15% almeno una volta nell’ultimo mese. Quasi il 70% dei giovani toscani intervistati dichiara di aver consumato la prima droga entro i 15 anni. «In genere – afferma la dottoressa Alice Berti, ricercatrice dell’Ars nel campo della epidemiologia sociale – l’approccio del giovane studente con le sostanze stupefacenti avviene con uno spinello». I maschi «consumano» assai più delle femmine. E «coloro che assumono droghe, tendono ad adottare ulteriori comportamenti a rischio per la loro salute». Infine, è fenomeno sempre più diffuso l’assunzione di due o più «sostanze illecite». Nel campione analizzato dai ricercatori emerge come molti tra gli studenti che fanno assiduamente ricorso a più droghe, sono stati «respinti» almeno una volta a scuola, hanno avuto rapporti sessuali prima dei quattordici anni, fanno un uso eccessivo di bevande alcoliche e hanno avuto scontri fisici negli ultimi dieci mesi.Possibile che le famiglie si trovino così impotenti di fronte alla scelta dei loro figli di ricorrere a canne, droga sintetica cocaina o cocktail perniciosi che girano a fiumi anche e soprattutto nelle discoteche, luoghi di maggior incontro dei giovani?«Sì, purtroppo è possibile – conferma Maria Cristina Del Poggetto, pisana, psichiatra, impegnata nell’associazione Scienza & Vita . Del resto papà e mamma in molti casi non vivono con i loro figli: il nido, il dopo-scuola, gli impegni a cui il bambino è obbligato come proiezione dei desideri del genitore… il tempo passa e spesso ci troviamo in casa un adolescente che non conosciamo. È necessario che i padri e le madri recuperino il rapporto coi figli e lo stesso ruolo genitoriale, troppo spesso smarrito». Ma non c’è il rischio che una iniziativa di questo tipo – come alcuni esperti hanno affermato in tv – possa favorire una cultura del sospetto distruggendo, al contrario, una cultura della fiducia?«Invitando i genitori a ritirare i kit antidroga- spiega l’assessore Sorbo – non vogliamo certo creare allarmismo, bensì stimolare la prevenzione». Se il test di autodiagnosi darà effetti positivi, i genitori dovranno recarsi con il loro figlio dal medico di famiglia per ulteriori accertamenti. Dice ancora l’assessore comunale: «Stiamo valutando la possibilità di coinvolgere tutti gli studenti delle scuole superiori cittadine in un incontro, che potrà svolgersi al Teatro comunale, non solo con persone che hanno vissuto l’esperienza della dipendenza da alcool e droghe riuscendo a guarire, ma anche con personaggi conosciuti che prestano la propria opera per sostenere chi si trova in queste difficoltà per farli uscire dal tunnel».«Sposa» l’iniziativa il proposto del Duomo monsignor Stefano D’Atri: «Io credo che ogni occasione che si presenta ad un genitore, o più in generale ad un educatore, di riscontrare l’andamento sano della vita di un ragazzo sia da cogliere come strumento provvidenziale. Sarei pienamente soddisfatto se ogni ragazzo, senza problemi di rapporto coi genitori, mostrasse loro, attraverso questa piccola prova, la trasparenza della propria vita».