Lettere in redazione
Un «glass day» per i possessori di Suv
A Cortina, a Portofino, a Milano, nei controlli della Guardia di Finanza spunta sempre il famigerato «Suv». In molti casi, tale mezzo, del costo di diverse decine di migliaia di euro, risulta in possesso di persone fisiche con stipendi da fame oppure di società sull’orlo della bancarotta. In un paese che ama dividersi tra i fan di Schettino e quelli di De Falco, inviterei tutti i possessori di Suv che non si sentono «Schettinizzati» (neologismo fresco di conio), ad esporre sul parabrezza del loro mezzo il modello «Unico», che attesti la congruità tra cifra dichiarata e valore del bene in possesso.
Il «Glass Day» è fissato per il prossimo 29 febbraio 2012, così, in caso di problemi, possiamo ripeterlo fra quattro anni, non l’anno prossimo!
Intanto c’è Suv e Suv. Alcuni costano, ingombrano e inquinano come una normale monovolume. Altri sono molto utili per determinate attività lavorative. Quando se ne parla accostandoli a possibili evasori si intendono, quindi, solo i Suv di grossa cilindrata, paragonabili ad altre auto di lusso. Nel 2011 ne sono state immatricolate 110.855. Eppure solo il 2% dei contribuenti italiani dichiara redditi superiori ai 74 mila euro annui. La sua proposta di una giornata di «trasparenza» per i possessori di Suv è chiaramente una boutade. E non credo che potrebbe trovare molti adepti.
Ma se davvero entrerà in vigore tra pochi mesi il «redditometro», come ha promesso il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, dopo che Mario Monti aveva sbloccato l’accesso diretto ai conti correnti bancari, sarà un po’ difficile giustificare un tenore di vita elevato a fronte di redditi davvero modesti. Il «redditometro» prevederà 11 tipi di nuclei familiari e circa 100 voci di spesa, articolate in sette categorie: abitazione, mezzi di trasporto, contributi e assicurazioni, istruzione, attività sportive e ricreative e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti. Il sistema informatico «Serpico» incrocerà tutti i dati e segnalerà i nomi di quei contribuenti i cui redditi, negli ultimi due anni, sono stati inferiori almeno di un 25% al tenore di vita accertato.
Indagini di questo tipo non riescono però a scovare chi intesta case o beni di lusso a prestanome, oppure a società anonime con sedi in paradisi fiscali. Anche per questo l’Agenzia delle entrate ha messo in atto recentemente azioni clamorose (come quella a Cortina, a Milano o a Roma), in cui si controllano a tappeto esercizi commerciali e clienti facoltosi. I risultati sono stati altrettanto clamorosi. A Milano, ad esempio, nei 115 esercizi commerciali controllati dagli uomini del Fisco nella notte tra sabato 29 e domenica 30 gennaio, gli incassi sono cresciuti del 44% rispetto allo stesso giorno della settimana precedente. E in 33 di questi locali, tra ristoranti, discoteche e bar, nelle zone della città più frequentate della movida milanese, lavoravano al «nero» ben 116 persone.
Claudio Turrini