Italia

Un fisco a misura di famiglia

di Paolo Ferrario

Un milione di firme «per un fisco a misura di famiglia». È partita da Milano con questo obiettivo, la nuova battaglia del Forum delle associazioni familiari, realtà attiva sul territorio nazionale da 13 anni, che oggi conta 51 associazioni iscritte e rappresenta 3,5 milioni di famiglie. Primo firmatario della petizione per l’introduzione del Basic income familiare (Bif), una sorta di minimo vitale della famiglia, è stato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha ricordato il grande «obiettivo culturale» dell’iniziativa: «Cambiare la concezione del rapporto tra lo Stato e la famiglia». «Se l’Italia ha perso punti sullo scenario internazionale – ha ricordato il governatore lombardo – è perché ha penalizzato la famiglia».

MECCANISMO SEMPLICE. Nel merito della proposta del Forum è quindi entrato Lanfranco Senn, docente di economia regionale all’Università «Bocconi» di Milano. «Il Bif – ha ricordato – nasce dal tentativo di combinare, in modo efficiente e solidale, i due obiettivi di un sistema fiscale: garantire servizi attraverso la tassazione e garantire equità di trattamento ai cittadini». In concreto, il meccanismo che regola il Bif è semplicissimo: dal totale del reddito familiare percepito, si sottrae il reddito minimo (basic income) necessario per il mantenimento dei familiari (figli, ma anche coniuge o anziani a carico) e poi, al reddito così ricalcolato, si applica l’aliquota Irpef. Secondo l’Isae (Istituto di studi e analisi economica del ministero del Tesoro), per il mantenimento di un figlio sono necessari circa 7mila euro l’anno. Così, per esempio, per una famiglia di quattro persone (padre, madre e due figli), con un solo stipendio e un reddito di 50mila euro annui, l’imponibile Irpef sarebbe calcolato soltanto su 29mila euro, perché 21mila euro andrebbero in deduzione in quanto necessari al mantenimento dei familiari fiscalmente a carico. «Se questo meccanismo passasse – ha sottolineato Senn – sarebbe una vera e propria rivoluzione culturale, perché la famiglia e non più il singolo, diventerebbe soggetto fiscale a tutti gli effetti».

FAMIGLIA TEMUTA. La realtà attuale, come ha ribadito la vicepresidente del Forum delle associazioni familiari, Paola Soave, è invece molto diversa. «Oggi – ha osservato – la famiglia non coincide con il bene comune e, quindi, la decisione di sposarsi e di mettere al mondo dei figli è, purtroppo, ritenuta irrilevante per la società». Così, evidentemente, non è, anche se è in atto un tentativo di «ricacciare la famiglia nel privato». «Oggi – ha scandito la vicepresidente Soave – la famiglia è temuta, per i suoi legami forti tra cittadini capaci di giudicare: è scomodo per un’ideologia che, invece, considera il cittadino un individuo solitario».

SCENARIO EUROPEO. Altrove non è così e, restando in Europa, la famiglia, anche dal punto di vista fiscale, è considerata soggetto unitario e non somma di individui. Bastano pochi esempi per chiarire il concetto. Mentre in Italia, una famiglia di quattro persone con un reddito di 25mila euro l’anno, versa 1.725 euro di tasse (aliquota Irpef 6,9%), in Francia, la stessa famiglia verserebbe 52 euro di tasse con un’aliquota dello 0,2% e in Germania 628 euro con un’aliquota del 3,3%. Se il reddito sale a 50mila euro, la nostra famiglia di quattro persone, in Italia paga 13.217 euro di tasse (aliquota 26,4%), in Francia 2.500 euro (aliquota al 5%) e in Germania 7.123 euro (aliquota 16%).

La differenza più rilevante riguarda, però, la disparità di trattamento tra la famiglia e i single. Mentre in Italia, una famiglia di quattro persone con un reddito di 50mila euro, paga, come abbiamo visto, 13.217 euro di tasse all’anno, un single, con lo stesso reddito, versa 15mila euro di tasse. In Francia, invece, se una famiglia di quattro persone,con un reddito di 25mila euro, versa 52 euro all’anno di tasse, una persona sola, con lo stesso reddito, paga 1.889 euro. «Vogliamo che sia così anche nel nostro Paese – ha ribadito Paola Soave – lo Stato non ci deve portare via i soldi che ci servono per mantenere i nostri figli, un dovere, tra l’altro, sancito anche dalla Costituzione».

SENZA TETTO DI REDDITO. Questa misura, secondo i promotori della raccolta firme, dovrebbe essere estesa a tutte le famiglie, senza tetto di reddito, proprio come oggi avviene per la rottamazione delle auto, la ristrutturazione delle abitazioni o le elargizioni ai partiti politici. Proprio il confronto tra le detrazioni per le erogazioni ai partiti e le deduzioni per i figli a carico è stridente. Un lavoratore, con un reddito di 25mila euro e due figli a carico, che spende mediamente 16mila euro l’anno per il loro mantenimento, può fruire di un risparmio di imposta di circa mille euro. Se gli stessi 16mila euro finiscono, invece, nelle casse di un partito, la detrazione sale a 3mila euro. «La preoccupante denatalità che affigge il nostro Paese, ormai il più vecchio del mondo – ha concluso la vice-presidente del Forum – dovrebbe invece, rendere evidente il valore sociale, anzi prioritario, del mantenimento e dell’educazione dei figli e della promozione della famiglia, presidio di ecologia umana e di bene comune».

IN TOSCANA. Il Forum regionale delle associazioni familiari è in questi giorni in fase di riorganizzazione con il passaggio di consegne tra il presidente uscente, Alfonso Cipriani e il nuovo Mario Macaluso, della Coldiretti. Nei prossimi giorni verranno messe a punto iniziative di raccolta delle firme. Già alcuni comitati provinciali (Lucca, Arezzo e Pisa) si stanno mobilitando così come faranno le 15 associazioni toscane aderenti.

Il testo della petizione

Ecco il testo della «petizione sul fisco», promossa dal Forum delle associazioni familiari. È possibile sottoscriverla sia on line (www.forumfamiglie.it) che in occasione di specifiche iniziative promosse dal Forum regionale o dalle associazioni stesse.

FIRMA PER UN FISCO A MISURA DI FAMIGLIARealizziamo la promozione e la tutela della famiglia prevista dalla CostituzioneMantenere ed educare i propri figli è, per la famiglia, oltre che un obbligo morale e naturale anche un diritto-dovere costituzionale.

Per questo la grande questione fiscale oggi in Italia è il sistema di tassazione delle famiglie. Un fisco ingiusto significa famiglie povere, famiglie che non ce la fanno, figli che non nascono. Un Paese che non si rinnova. Le famiglie sono fortemente penalizzate, perché non si tiene veramente conto dei carichi familiari.

Va quindi introdotto un sistema fiscale basato non solo sull’equità verticale (chi più ha più paga), ma anche sull’equità orizzontale per cui, a parità di reddito, chi ha figli da mantenere non deve pagare, in pratica, le stesse tasse di chi non ne ha.

Il reddito imponibile deve dunque essere calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia.

Chiediamo, quale primo passo verso una vera equità fiscale, un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico, sulla base delle scale di equivalenza, indipendenti dal reddito, che gli studiosi hanno da tempo identificato.

Questo sistema è semplice, di immediata applicazione, mantiene intatta la progressività del prelievo, può sostituire migliorandolo l’attuale complicato sistema di detrazioni. Il problema di coloro che non godrebbero delle deduzioni, a causa di redditi troppo bassi, i cosiddetti incapienti, si può facilmente risolvere introducendo l’imposta negativa, un’integrazione al reddito pari alla deduzione non goduta.In questo modo, nell’ambito di una futura, complessiva riforma del sistema fiscale, sarà possibile prevedere anche l’introduzione di strumenti, quale il quoziente familiare, che abbiano alla base, come soggetto imponibile, non più l’individuo ma il nucleo familiare.Una firma per il bene della tua famiglia, di tutte le famiglie! Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese