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Un filo d’oro che trasforma il dolore in un reciproco dono d’amore

Doretta Boretti, che per i lettori di Toscanaoggi ha scritto questa breve ma toccante testimonianza, è la madre delle due ragazze morte in un drammatico incidente stradale a Firenze nella notte tra il 13 e il 14 novembre. Una delle due figlie fu anche oggetto di un tragico scambio di persona con un’altra ragazza coinvolta nello stesso incidente. Alla fine i morti furono quattro, tutti giovanissimi. La signora Boretti, tutti gli anni, scriveva per le figlie una fiaba di Natale.

di Doretta BorettiNon è una fiaba triste la mia di questo Natale 2004. Nonostante il dolore per la perdita della fisicità delle mie adorate figlie Elisabetta e Mariachiara sia grande, la fiaba di questo mio Natale è comunque una fiaba densa di speranza e di pace. Per la serenità che sento dentro per tutto quello che umanamente sono stata capace di donare alle mie figlie e per tutto quello che loro hanno donato a me vorrei dire a tutti: «Grazie». A tutte le persone conosciute, a tutte le persone che hanno conosciuto noi tre attraverso i mezzi di comunicazione e che non conosco ancora. Grazie per la calorosa manifestazione d’affetto che ho sentito e che sento dentro di me. Qualcuno ha voluto tessere tra me e voi, o meglio tra noi tre e voi un meraviglioso filo d’oro, così sottile e pur così robusto, molto difficile da sciogliere. Gesù nasce, ancora una volta, bimbo tra i bimbi, uomo tra gli uomini, nasce nelle nostre menti, nei nostri cuori, per tutti, nessuno escluso e quest’anno grazie anche a quel meraviglioso filo d’oro che ha trasformato il mio grande dolore in un reciproco dono d’amore. Come scrissi nella fiaba La vera casa di Babbo Natale, fiaba che lessi a Mariachiara prima di morire e sussurrai all’orecchio di Elisabetta quando era ricoverata in rianimazione, rinnovo adesso l’invito: «Ma se è troppo difficile capire o se proprio non ci riesci a credere… vieni con me a cercare la vera casa di Babbo Natale e, chissà, potremmo insieme scoprire che è proprio la tua».