Sento di dover protestare per l’immagine che ritengo oltraggiosamente irriverente della statua del Crocifisso «rivoluzionario» dello scultore Mariucci riportata a pagina 9 del numero del 4 aprile, della quale tutto ma proprio tutto si può dire fuorché sia edificante. La riproduzione di quest’«opera d’arte» (?) la riterrei inaccettabile perfino sui rotocalchi di spiccata vocazione scandalistica, figurarsi sul settimanale cattolico. Mi sento amareggiato, umiliato e sconcertato per una cosa del genere. Non aggiungo altro se non che mi sento fortemente tentato di non riprendere in mano il settimanale per molto tempo.diacono Francesco SantiPratoDispiace che una nostra foto-notizia abbia causato in un lettore e mi immagino, essendo diacono, neanche tra i più sprovveduti sì tanta indignazione. Ovviamente ognuno è libero di apprezzare o meno un’opera d’arte e anche di contestarla, ma prima di definirla «oltraggiosa e irriverente» (forse perché è rappresentato nudo?) avrebbe dovuto documentarsi maggiormente sull’artista e magari osservare «de visu» l’opera. Forse avrebbe anche potuto chiedersi perché questo Crocifisso «rivoluzionario» fosse stato esposto con il patrocinio della Diocesi di Firenze in un luogo prestigioso come il Cenacolo del Ghirlandaio. Il settimanale può anche «scivolare» su una notizia, ma mi sembra improbabile che una Diocesi appoggi e proponga l’esposizione di un Crocifisso «irriverente».Claudio Turrini