Pisa

UN BUON SAMARITANO PER TUTTI

di Francesca Benucci

Il cielo plumbeo non ha scoraggiato centinaia di fedeli delle parrocchie del vicariato di Lungomonte e Pontedera che domenica scorsa hanno riaccompagnato in Duomo la reliquia di San Ranieri. A Pisa, in autobus o in auto, sono giunti molti sacerdoti del vicariato, i diaconi, le associazioni di volontariato, i ministranti e le corali parrocchiali, che hanno animato la celebrazione eucaristica in Cattedrale (quelle di San Giovanni alla Vena, Vicopisano, Calcinaia, Pontedera, Buti, Cascine di Buti, Cucigliana e Lugnano).La reliquia del santo, custodita in un busto d’argento, è stata collocata all’ingresso del Battistero dove ha avuto inizio la prima tappa della celebrazione conclusiva della peregrinatio vicariale, presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Prima l’invocazione allo Spirito Santo, poi l’accensione delle candele e il ricordo dei santi e beati della chiesa pisana, esempi di vita cristiana (con San Ranieri anche San Torpè, Santa Ubaldesca, Santa Bona, il Beato Agnello da Pisa, il beato Giordano da Rivalto) e poi il venerabile Giuseppe Toniolo, il servo di Dio Ludovico Coccapani. Quindi il rinnovo delle promesse battesimali, il rito dell’aspersione dell’acqua e la professione di fede. Il canto delle litanie ha accompagnato la processione verso il Camposanto, dove i fedeli hanno sostato davanti agli affreschi che raccontano la vita di San Ranieri: i primi due la conversione e la permanenza in Palestina, gli altri due il ritorno a Pisa e la morte del santo; durante la visita agli affreschi sono stati letti brani tratti dalla biografia del nostro patrono scritta dal  canonico Benincasa.Infine tutti in Cattedrale per la celebrazione eucaristica, concelebrata da tutti i sacerdoti del vicariato, cui ha assistito anche il vescovo emerito di Volterra monsignor Giuseppe Bertelli. Nell’omelia l’Arcivescovo ha riletto la pagina del Vangelo del giorno alla luce delle due conversioni di San Ranieri e idealmente ha portato i fedeli  a seguire Gesù e con lui il santo pisano in Terra Santa. Benotto ha fatto riflettere su come soltanto uno dei dieci lebbrosi guariti da Gesù sia poi tornato indietro per ringraziarlo: «come si può vivere all’interno della casa di Dio, all’interno del suo popolo, nella fedeltà apparente del suo Vangelo e – nel contempo – essere stranieri, così si può essere stranieri ma essere più vicini al Mistero di Dio: Ranieri ha vissuto questa esperienza». Sul Calvario – ha continuato l’Arcivescovo – Ranieri spogliatosi di tutto e ricevuta la pelurica  prende «non più in possesso ma in prestito perfino il libro dei salmi, quasi a dire che nemmeno gli strumenti per essere in comunione con Dio nella preghiera erano suoi, ma a lui donati dalla bontà del Signore. Ranieri sul Calvario assume l’immagine stessa di Cristo, spogliato per l’offerta di sé sulla Croce e coglie il senso vero dell’esistenza cristiana, rendendosi conto che la sua vita di comunione con Dio è frutto dell’amore gratuito del Signore».A fine celebrazione il vicario zonale don Roberto Fontana ha ringraziato l’Arcivescovo per la scelta di dedicare un anno giubilare a San Ranieri e per il pellegrinaggio del busto reliquiario. «Circostanza che ha permesso non solo di riscoprire la figura del santo e di riflettere sulla sua vita spesa interamente al servizio dei poveri per le strade della nostra città, ma anche di concentrare l’attenzione sulla figura di un cristiano e laico divenuto buon samaritano per tutti coloro che lo hanno incontrato, stimolo e impegno di vita per tutti noi».L’Arcivescovo nel ringraziare a sua volta i tanti fedeli presenti in Cattedrale ha donato ai sacerdoti una medaglia che riproduce una formella quattrocentesca di San Ranieri conservata nel Museo dell’Opera del Duomo. Tappa finale del pellegrinaggio la recita della preghiera di San Ranieri davanti all’altare dedicato al santo.La reliquia è infine stata «affidata» al vicariato delle Colline pisane, dove è giunta la sera di domenica scorsa, nella chiesa di San Pietro in Palazzi.