Pisa

Un anno dedicato al patrono San Ranieri

Inizieranno il 17 giugno 2010 e si concluderanno esattamente un anno dopo le celebrazioni in ricordo degli 850 anni dalla morte di San Ranieri, dal 1632 patrono principale di Pisa e della nostra diocesi. Spetterà ad un apposito comitato organizzare le diverse iniziative. Ne fanno parte il vicario generale dell’arcidiocesi, l’arcidiacono del capitolo metropolitano della primaziale, i direttori del centro pastorale per la liturgia, per la catechesi, dell’ufficio per i beni culturali e dell’ufficio pellegrinaggi, il direttore della Caritas diocesana, il responsabile dell’ufficio per le comunicazioni sociali, il cerimoniere arcivescovile, un rappresentante dell’Opera della Primaziale, uno della Consulta delle aggregazioni laicali ed il segretario del consiglio pastorale diocesano.Il significato di uno speciale anno dedicato a San Ranieri – e già una «bozza» concreta di iniziative che potranno essere organizzate in quei dodici mesi – sono contenuti in questa lettera scritta domenica 12 luglio dal nostro arcivescovo, monsignor Giovanni Paolo Benotto, e rivolta ai «Sacerdoti, Diaconi permanenti, Religiosi, Religiose e fedeli tutti della Chiesa pisana».La pubblichiamo integralmente.

di Giovanni Paolo Benotto*

Carissimi, al termine del Pontificale di san Ranieri, in Cattedrale, lo scorso 17 giugno, detti l’annuncio ufficiale della celebrazione di un anno dedicato al nostro Patrono nella ricorrenza dell’850° anniversario della sua morte; un anno nel quale riscoprire e additare con maggior vigore all’intera Diocesi e alla Città di Pisa la figura affascinante di un «uomo di Dio», un laico cristiano, che da secoli viene venerato come modello di vita e intercessore presso il Signore per tutto il nostro popolo.Nella riflessione che ha impegnato sia il Consiglio presbiterale che il Consiglio pastorale diocesano circa le possibili iniziative da mettere in cantiere e soprattutto circa le linee da seguire perché la ricorrenza possa diventare occasione di crescita spirituale ed ecclesiale per l’intera comunità diocesana, sono emerse preziose indicazioni che ritengo opportuno proporre alla nostra Chiesa.San Ranieri è un uomo del medioevo che ovviamente è segnato dal suo tempo e da vicende che ormai fanno parte di una storia consegnata al passato; ma è soprattutto un «santo», cioè una persona che ha saputo accogliere la proposta di Cristo Gesù a seguirlo sulla via del Vangelo; che ha messo il Signore al primo posto, tutto orientando a Lui e che, facendo riferimento alla persona di Cristo, ha cercato di «rivivere» in se stesso l’itinerario di totale donazione di sé al Padre vissuto da Gesù, facendo del «lieto annuncio», cioè del Vangelo della salvezza, la propria regola di vita. Guardare con rinnovata attenzione a San Ranieri non significa quindi fare una specie di tuffo nel passato alla ricerca delle antiche glorie pisane, bensì riferirsi ad una «novità» che è sempre tale in ogni epoca e che accompagna da sempre il cammino della Chiesa sotto ogni cielo: Cristo Signore, il Risorto che vive per sempre, il Salvatore del mondo, contemporaneo di ogni uomo e donna attraverso i tempi e le generazioni.Celebrare San Ranieri vuol essere quindi un modo di incontrare Gesù che rivive in mille maniere diverse nei suoi santi, attraverso l’esperienza del nostro Patrono che ha molto da insegnare anche a noi popolo di Dio del terzo millennio cristiano. Quali insegnamenti accogliere?Ranieri era un laico cristiano, cioè un battezzato che presa coscienza del valore immenso del proprio battesimo ne visse fino in fondo le esigenze, rispondendo in pienezza alla vocazione con la quale il Signore lo chiamava alla santità. E questo attraverso le modalità tipiche del proprio tempo, che «rivestivano» gli elementi propri della santità cristiana di ogni tempo e cioè l’incontro con Cristo Crocifisso e Risorto, attraverso l’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa, l’essenzialità e l’austerità della vita cristiana con l’esercizio della penitenza, la perseveranza nella preghiera e la carità verso il prossimo nella condivisione con i poveri.Un elemento che vogliamo sottolineare è proprio quello della «laicità» che contraddistingue la vita della stragrande maggioranza dei battezzati, cioè che segna la modalità del vivere cristiano di tutti coloro che non hanno ricevuto l’Ordine sacro o non si sono dedicati al Signore nella Consacrazione religiosa. Una caratteristica che oggi più che nel passato stenta ad essere compresa anche perché con questo termine spesso si indicano realtà che niente hanno a che fare con la vita cristiana, per cui il «laico» diventa il «non credente» o addirittura l’«anticlericale». Per questo sarà importante che nell’anno di San Ranieri si possa approfondire il senso autentico della «laicità cristiana» o meglio ciò che dice il Concilio Vaticano II° sui «christifideles qui laici nuncupantur», cioè sui «fedeli che si chiamano laici»(LG 30) ai quali è dedicato il capitolo IV della Costituzione dogmatica su la Chiesa – Lumen Gentium .È ovvio che rivolgere l’attenzione al battesimo come porta di ingresso per la vita cristiana, conduce necessariamente a rivalutare il suo contenuto e la vocazione che esso contiene e che è vocazione universale alla santità. (Cfr Lumen Gentium capitolo V°).Questi temi vengono affrontati in maniera distesa e insieme determinata dal nostro Piano pastorale diocesano per gli anni 2009-2014, facendo ben comprendere come lo stesso anno di San Ranieri si inserisce in maniera organica in quello che vuol essere il cammino pastorale della nostra Chiesa, in modo che il ricordo centenario del nostro Patrono non diventi una specie di stella cadente che illumina il cielo per un breve istante e subito scompare.Ulteriore finalità dell’anno di San Ranieri vuol essere quella della riscoperta del senso di appartenenza alla nostra Chiesa particolare. Il clima autoreferenziale nel quale viviamo, la stessa esasperata frammentazione della cultura, l’esaltazione del sentire individuale non possono che rendere sempre più fragile e precario il senso della appartenenza sia nei confronti della famiglia, che della società civile, e sul piano ecclesiale sia della parrocchia che della diocesi. Un senso di appartenenza che invece è indispensabile per dare corpo alla vita comunitaria che è caratteristica insopprimibile di ogni vera esperienza ecclesiale. Il riferimento al Patrono può diventare allora occasione preziosa per ricentrare la vita delle nostre comunità cristiane intorno a Cristo che negli apostoli e nei loro successori, i vescovi, ha voluto donare ad ogni chiesa particolare il suo centro visibile di unità. Il riferimento alla nostra cattedrale in cui riposano le spoglie di San Ranieri potrà essere un modo per rendere visibile l’appartenenza dei fedeli di ogni parrocchia, all’unica Chiesa del Signore. San Ranieri: un santo da conoscereUna inchiesta svolta recentemente dagli insegnanti di religione in quattro scuole superiori di Pisa e che ha coinvolto circa 400 giovani, ha evidenziato una diffusa non conoscenza della figura di San Ranieri. Sono stati molti i giovani che non hanno saputo collocare il santo nell’epoca storica in cui ha vissuto; che non hanno saputo dire dove andò pellegrinando o quale sia stato il suo stile di vita, come pure assai pochi hanno saputo dire come è nata la Luminara che si fa ogni anno in suo onore. Come a dire che di fatto, San Ranieri è un illustre sconosciuto.La ricorrenza dell’850° della sua morte diventa perciò occasione preziosa per far conoscere in maniera più diffusa e più esatta la vita del nostro Patrono. A questo proposito è già in cantiere l’edizione critica del testo della Vita di San Ranieri scritta dal suo primo biografo, il canonico Benincasa, testo che fu edito negli Acta Sanctorum del mese di giugno all’inizio del XVIII° secolo, ma che è quasi introvabile e di cui si spera di pubblicare insieme la traduzione in italiano che permetterà di gustare a proposito di Ranieri, la stessa freschezza che gustiamo nel leggere i Fioretti di San Francesco.Nello stesso tempo potranno di nuovo essere diffusi i testi di Caturegli e di Felici, valorizzando pure il grande lavoro compiuto da Burgalassi con la pubblicazione del suo volume sul nostro santo.Tutto questo dovrà essere tradotto in schede di catechesi per le varie età; come pure in sussidi per le scuole da usare dagli insegnanti di religione; ma anche in testi musicali per i giovani e nelle varie forme della comunicazione moderna.Una forma particolare di conoscenza storico-artistica-devozionale del nostro Patrono è già stata sperimentata nello scorso mese di giugno attraverso una iniziativa ben riuscita promossa dall’Opera della Primaziale Pisana grazie ad un itinerario di «incontro…. con San Ranieri» nell’ambito dei monumenti della Piazza del Duomo. Un itinerario che potrà essere organizzato in maniera metodica nell’anno a Lui dedicato e che permetterà a chi vorrà farsi pellegrino al suo altare, di scoprirlo attraverso le forme dell’arte che lo vedono protagonista di affreschi, pitture e sculture che fanno toccare con mano lo sviluppo della devozione a San Ranieri attraverso i secoli. Iniziative liturgiche e pastoraliQuando nel 1961 fu celebrato l’ottavo centenario della morte di San Ranieri si svolse una «peregrinatio» dell’urna del Patrono nelle varie zone della Diocesi. Dopo cinquanta anni sembrerebbe opportuno proporre l’esperienza del pellegrinaggio dei singoli Vicariati alla Cattedrale presso l’urna del nostro Santo, proprio per sottolineare l’unità della Chiesa particolare che viene manifestata proprio dalla Chiesa madre in cui il vescovo ha la propria cattedra di maestro nella fede.Pellegrinaggio che potrà essere preparato nei singoli vicariati grazie ad un percorso attraverso le varie comunità parrocchiali del busto-reliquiario di San Ranieri che è conservato in Duomo, come occasione propizia per catechesi specifiche e comunque per renderne maggiormente percepibile la sua figura e la sua vita.Momento conclusivo potrà aversi nella celebrazione del San Ranieri 2011 anche nel segno di una processione che porti di nuovo l’urna del nostro Patrono per le strade della sua città. Valenza religiosa e valenza civile del Patrono della città di Pisa  e ci sta particolarmente a cuore il valore religioso di questo anniversario ed è nostra intenzione che questa valenza venga salvaguardata attentamente, non da meno è giusto e doveroso che anche civilmente questo evento trovi la sua degna collocazione. Per questo, nel rispetto delle peculiarità di ogni istituzione, sarà nostra cura favorire collaborazioni e iniziative che servano a far meglio conoscere San Ranieri, da chiunque vengano organizzate, evitando sovrapposizioni e indebite contaminazioni, in modo che la sua figura possa sempre più stagliarsi nella sua più genuina identità, salvaguardando il grande tesoro di spiritualità che è a Lui collegato.Perché tutto ciò possa essere adeguatamente programmato e possa poi svolgersi con vera edificazione per tutti i fedeli e per l’intera comunità diocesana, viene costituito un Comitato che avrà pure il compito di relazionarsi con le Istituzioni civili e culturali della Città di Pisa e della Diocesi e con tutti coloro che desidereranno esprimere la propria partecipazione a questo importante appuntamento perché tutto concorra alla gloria di Dio e al bene della Chiesa e della nostra gente. Il Comitato, che agirà seguendo le indicazioni di questa lettera, si avvarrà poi dell’aiuto di collaboratori che consentano di predisporre ogni iniziativa nel migliore dei modi.L’augurio che si fa preghiera è che San Ranieri ci accompagni nel cammino che desideriamo percorrere nel suo nome perché guardando a Lui impariamo ad amare Gesù con tutto il nostro essere e in questo amore siamo sempre più capaci di vero amore verso coloro con i quali, insieme, costituiamo l’unica famiglia dei battezzati che è la Chiesa, ma che vive nell’unica Città degli uomini che è la famiglia dei popoli del mondo.

+Arcivescovo di Pisa