Pisa

UN ALTRO PISANO BEATO

di Graziella Teta

Nel calendario “proprio” dell’Arcidiocesi di Pisa, rimasto a lungo inalterato, figurano 24 santi e beati tra i quali due papi, Eugenio III e Sisto II. Va ora iscritto il venticinquesimo nome: quello di Giuseppe Toniolo, il laico che ha segnato il cattolicesimo italiano tra il XIX e il XX secolo, proclamato beato da Papa Benedetto XVI con decreto datato 25 aprile 2012. Domenica 29, durante il regina coeli, in collegamento da piazza San Pietro con la basilica di San Paolo fuori le mura, dove si è celebrata la beatificazione di Giuseppe Toniolo (in diretta televisiva su Rai 1), così ha parlato di lui il Pontefice: «Fu sposo e padre di sette figli, professore universitario ed educatore dei giovani, economista e sociologo, appassionato servitore della comunione nella Chiesa. Attuò gli insegnamenti dell’Enciclica Rerum Novarum del Papa Leone XIII; promosse l’Azione Cattolica, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, le Settimane Sociali dei cattolici italiani e un Istituto di diritto internazionale della pace. Il suo messaggio è di grande attualità, specialmente in questo tempo: il Beato Toniolo indica la via del primato della persona umana e della solidarietà. Egli scriveva: “Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e degli Stati, vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana”».

Aspettando la celebrazioneLe porte della basilica papale si sono chiuse alle 9,30. Dentro c’erano cinquemila pellegrini provenienti da tutta Italia e dall’estero. Tra loro, i familiari di Giuseppe Toniolo: Silvia Majorana, vedova del nipote e omonimo del beato, con la figlia Claudia. C’era Francesco Bortolini, 38enne, di Pieve di Soligo, protagonista dell’inspiegabile guarigione avvenuta nel 2006 attribuita all’intercessione del venerabile servo di Dio Giuseppe Toniolo, evento che ha aperto il processo di riconoscimento del miracolo con decreto di Papa Benedetto XVI del 14 marzo 2011. C’erano politici e istituzioni di rilievo nazionale, come i ministri Lorenzo Ornaghi (Beni e Attività culturali, e rettore dell’Università Cattolica) e Renato Balduzzi (ministero per la Salute), Franco Miano (presidente nazionale Azione Cattolica Italiana) e Alberto Ratti (presidente Fuci), le istituzioni toscane con il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi con il vicesindaco Paolo Ghezzi, il presidente della fondazione pisana Opera Giuseppe Toniolo Andrea Maestrelli.C’erano i componenti del Comitato di beatificazione e canonizzazione, uniti in un pluriennale e straordinario impegno: Azione Cattolica Italiana, Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci), Istituto di studi superiori “Giuseppe Toniolo” dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Arcidiocesi di Pisa, diocesi di Vittorio Veneto e di Treviso, Comitato per le Settimane Sociali. A quasi 100 anni dalla scomparsa di Toniolo, l’impegno di tanti lo ha infine elevato agli onori degli altari, ma anche alla conoscenza di un più vasto pubblico e, soprattutto, delle nuove generazioni che potranno a lui ispirarsi.Ed erano tanti i giovani in basilica, dove per oltre un’ora si è svolta la “preparazione” alla celebrazione: mentre i tecnici Rai continuavano a sistemare telecamere e microfoni per l’imminente trasmissione in diretta, si provavano i canti liturgici e si leggevano brani della Bibbia alternati a scritti e lettere di Toniolo. Una meditazione che ha attraversato temi e ambiti della vita del beato: “il primato della fede”, “l’amore per la vita e per la famiglia”, “l’impegno ecclesiale dei laici”, “educazione e giovani”. Il rito di beatificazioneAlle 10,30 la celebrazione eucaristica, presieduta dal cardinale Salvatore De Giorgi, vescovo emerito di Palermo, ha avuto inizio con la processione introitale: una trentina di cardinali e vescovi, tra i quali il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e, per l’area toscana, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, i vescovi emeriti di Pisa Alessandro Plotti e di Volterra Vasco Bertelli, l’arcivescovo e nunzio apostolico Lorenzo Baldisseri, originario di Barga in Lucchesia, segretario della Congregazione per i vescovi. Dietro e attorno all’altare sedevano 150 concelebranti: tra loro, i sacerdoti pisani don Enrico Giovacchini, parroco di San Martino in Kinzica (direttore da oltre vent’anni della fondazione Opera Toniolo e componente del comitato per la beatificazione e canonizzazione), padre Augusto Tollon della chiesa del Carmine, Roberto Filippini direttore del seminario arcivescovile Santa Caterina, il vice don Francesco Bachi, il giovane don Salvatore Glorioso (che studia a Roma). Il rito di beatificazione è iniziato con l’avvicinarsi al cardinale celebrante da parte dell’arcivescovo di Pisa, del postulatore mons. Domenico Sorrentino (vescovo di Assisi), affiancati da due vice postulatori. Poi l’arcivescovo Benotto ha detto: “L’arcidiocesi di Pisa ha umilmente chiesto al Sommo Pontefice Bendetto XVI di voler iscrivere nel numero dei Beati il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo”.Il postulatore ha quindi letto il profilo biografico del venerabile: “Giuseppe Toniolo nacque a Treviso il 7 marzo 1845. In famiglia respirò un clima di fede, di virtù umane  e di patriottismo. Alla sua  formazione  contribuirono diverse città venete. Decisivi gli studi medi  al Collegio Santa Caterina di Venezia, e poi quelli universitari a  Padova,  ebbe professori di largo respiro cristiano e sociale, conseguendovi la laurea in legge  il 27 giugno 1867.  Sposò  il 4 settembre 1878 Maria Schiratti, dalla quale ebbe sette figli. Famiglia esemplare per profondità di sentimenti cristiani e di equilibrio umano. Fu professore di economia  a Padova e Modena, e poi definitivamente a Pisa. La cattedra, accanto alla famiglia, fu la palestra quotidiana della sua santità. Fedelissimo alla Chiesa e al Papa, partecipò all’Opera dei Congressi, portandovi  un impulso nuovo, segnato dall’impegno sociale. Vero apostolo della Rerum Novarum, chiamò a raccolta i cattolici con diversi  organismi di studio e iniziative scientifiche.  Elaborò il  programma democratico-cristiano come disegno di ricostruzione globale della società intorno al principio del bene comune  a vantaggio dei più poveri. Le sue iniziative culturali gettarono il seme della futura università cattolica. Tra le iniziative più durevoli,  quella delle Settimane Sociali. Finì l’esistenza con un appello a Benedetto XVI per un Istituto cattolico di Diritto Internazionale in funzione  della pace. Laico di azione cattolica, fu chiamato a disegnarne una nuova tappa  quando l’Opera dei Congressi fu chiusa.  Cordialmente vicino  ai giovani universitari, non sarà da questi dimenticato. Quindici anni dopo la sua morte, avvenuta il 7 ottobre 1918, furono i Fucini a promuovere la sua causa di beatificazione, accompagnati subito dall’Azione Cattolica e poi dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il 14 giugno 1971 fu  emanato il decreto di eroicità delle virtù emanato che lo rendeva venerabile. Oggi la tanto desiderata beatificazione, resa possibile dal miracolo avvenuto nel 2006 con la  prodigiosa guarigione del signor Francesco Bortolini di Pieve di Soligo. Un grande testimone di santità laicale viene così introdotto  nel culto  proprio dei beati. Sarà di  stimolo soprattutto per quanti sono chiamati a vivere la chiamata alla santità nella vita coniugale e nell’impegno sociale, politico ed economico. La gratitudine  al Signore e al Santo Padre Benedetto XVI   si fa invocazione perché presto giunga per l’odierno Beato l’ora della piena glorificazione, ad majorem Dei gloriam”.Il celebrante, rappresentando il Papa, ha dato lettura in italiano del contenuto del decreto in latino firmato da Benedetto XVI il 25 aprile, declinato con il plurale maiestatis: “Noi, accogliendo il desiderio del nostro fratello Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa, di molti altri fratelli nell’episcopato e di molti fedeli, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, con la nostra Autorità Apostolica concediamo che il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo, padre di famiglia, laico di Azione Cattolica, sapiente educatore dei giovani nella ricerca della Verità, testimone del Regno di Dio nel campo della cultura, dell’economia e della politica, d’ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 7 ottobre, giorno i cui è nato al cielo”.Subito dopo è stata scoperta la grande immagine del nuovo beato, tra gli applausi dell’assemblea, mentre le reliquie sono state collocate accanto all’altare, incensate dal celebrante. L’Arcivescovo di Pisa si è riavvicinato al cardinale De Giorgi per pronunciare la formula di ringraziamento: “La Chiesa che è in Pisa, unitamente a molti altri fratelli nell’episcopato e a tanti fedeli, devotamente grata e riconoscente al successore dell’Apostolo Pietro, il Papa Benedetto XVI, rende grazie a Dio Padre, ed innalza l’inno di lode per aver proclamato Beato il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo”. Scambio dell’abbraccio di pace, cui è seguita la liturgia della parola. Il “nostro” Federico Franchi (26 anni, di Pontedera, seminarista, ordinato diacono lo scorso 8 dicembre) è stato impeccabile: ha portato la sacra Bibbia durante la processione introitale ed ha proclamato il brano evangelico (Gv 10, 11-18). Dopo l’omelia del cardinale celebrante, la preghiera dei fedeli è stata dedicata alla Chiesa, alle nuove generazioni, alle famiglie, ai cristiani impegnati in ambito sociale, politico ed economico e alle vocazioni. E per tutte le invocazioni è stata chiesta l’intercessione del beato Toniolo, luminoso esempio e testimone. Pellegrini pisaniUn piccolo sacrificio per un grande beneficio: è valso partire nel cuore della notte (alle 4), a due passi da “Casa Toniolo” (dove abitò il beato con la famiglia) per partecipare all’evento romano. Due pullman con un centinaio di pellegrini: quello di don Francesco Bachi con i seminaristi e gli studenti universitari del pensionato Toniolo, e quello di don Enrico Giovacchini con i fedeli di S. Martino e di altre parrocchie, due suore delle Figlie di Nazareth, padre Augusto del Carmine e Mauro Del Corso, presidente degli Amici dei Musei e Monumenti Pisani e della Federazione nazionale. Un pellegrinaggio nel nome di Toniolo: sul bus si è pregato insieme e poi don Enrico ha letto brani delle lettere del beato, “per me ‘compagno di vita’ per lunghi anni”, ha detto il parroco, “ma molti lo conoscono poco o superficialmente, invito a leggere la sua biografia e i suoi scritti e spero che il suo spirito tocchi il cuore di tanti. C’è oggi un bisogno profondo di pacificazione nell’anima per sciogliere le troppe tensioni che abbiamo dentro: pregare i beati come Toniolo serve per ricostruire la nostra anima e riallacciare l’amicizia e la confidenza con Dio”.Dopo la celebrazione e una pausa ristoratrice, il gruppo di pellegrini ha visitato la splendida basilica di San Paolo, guidati da Mauro Del Corso, apprezzato “cicerone”. I commenti sulla via del ritorno sono positivi, la fatica del viaggio è compensata dallo spirito di fratellanza e condivisione che ha segnato il pellegrinaggio. E già incalzano le prossime iniziative: sabato 5 maggio, alle 21, in San Martino sarà inaugurato il nuovo busto di Toniolo, posto accanto all’altare, cui seguirà il concerto delle corali (della cattedrale e Cantate Dominum). Domenica 6, solenne liturgia in cattedrale (alle 17,30) che sarà celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, con gli arcivescovi e i vescovi di tutta la Toscana. “Sarà il nostro ringraziamento al Signore – ha detto l’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto – per il grande dono fatto alla Chiesa tutta e in particolare alla nostra diocesi, con l’esaltazione all’onore degli altari di Giuseppe Toniolo, sposo, padre e maestro esemplare”.