Toscana

UGANDA, MASSACRO IN UN CAMPO PROFUGHI: 173 MORTI

I ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore (Lra) hanno compiuto sabato sera un massacro nel Nord Uganda, in un campo profughi denominato ‘Barlonyo Camp’, 25 chilometri a nordest di Lira. Lo riferiscono fonti della MISNA precisando che la barbara azione è iniziata alle 17:00 ora locale di sabato e si è protratta per oltre tre ore. Al momento sono stati accertati 173 morti, ma il bilancio pare destinato a crescere; mentre i feriti sono circa settanta. Nel campo, che ospitava circa 5mila sfollati sono state date alle fiamme oltre 500 capanne e molte delle vittime morte arse vive nelle loro capanne.

Padre Sebhat Ayele, missionario comboniano, impegnato da anni nel servizio pastorale nella parrocchia di Ngeta e nel locale centro catechistico diocesano ha raccontato di aver raggiunto il luogo del massacro, in località Ogur (25 chilometri a nord est di Lira, capoluogo dell’omonimo distretto), alle 10:00 ora locale di oggi. “Ho visto un numero impressionante di morti, molti dei quali carbonizzati all’interno delle capanne ancora fumiganti” ha detto padre Sebhat, missionario di nazionalità eritrea. “L’attacco – ha spiegato – è iniziato alle 17:00 di ieri. I ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) hanno bombardato il campo di Barlonyo per circa 15 minuti costringendo la milizia civile a ripiegare. Successivamente gli ‘olum’ (‘erba’, così vengono chiamati i ribelli dello Lra dalla gente) sono penetrati nel centro abitato da circa 5mila persone, molte delle quali donne, vecchi e bambini. Purtroppo i civili invece di fuggire si sono rinchiusi nelle capanne, messe a ferro e fuoco dai crudeli aggressori per oltre tre ore.

Al momento, i feriti risultano essere una settantina, alcuni dei quali ricoverati dell’ospedale distrettuale di Lira, altri presso l’‘Ogur health centre’. “Non ho parole per descrivere quello che ho visto a Barlonyo” ha commentato alla MISNA padre Sebhat il quale, dalle testimonianze raccolte, ha detto che i ribelli erano circa un centinaio, molti dei quali ragazzi preadolescenti e adolescenti. Tra le vittime figurano 11 miliziani ed anche un impiegato locale della Croce Rossa, di nazionalità ugandese, di nome Albino Opera. “Oltre alle persone morte tra le fiamme vi sono decine di civili uccisi all’arma bianca”, ha detto padre Sebhat. “La comunità internazionale non può continuare ad ignorare questa guerra” ha aggiunto stigmatizzando che “è dovere del governo di Kampala garantire l’incolumità della povera gente! Il silenzio su questa guerra è un grave peccato contro Dio e contro l’uomo!”. Due settimane fa i ribelli dello Lra avevano compiuto un altro massacro sempre nel distretto di Lira, in località Abia, uccidendo numerosi civili. Misna