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Ue: Juncker , «Brexit è una catastrofe, ma porte dell’Unione aperte al Regno Unito». Monito alla Polonia

(Strasburgo) «Brexit è una catastrofe, una sconfitta, dalla quale tutti hanno da perdere. E non ci saranno vincitori, ci saranno problemi che peseranno su tutti»: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, è a Strasburgo per partecipare a un dibattito nell’emiciclo dell’Europarlamento.

Trova il tempo per riflettere su alcuni nodi dell’attuale politica comunitaria, a partire del divorzio tra Londra e il resto dell’Europa comunitaria. Severo il giudizio sulla decisione britannica, «ma del resto – afferma – gli inglesi non si sono mai sentiti a loro agio nell’Ue, e questa è una responsabilità» condivisa. Poi si dice «ottimista» sui negoziati con il governo May, che nei prossimi sei mesi sono affidati alla presidenza semestrale bulgara del Consiglio Ue. Infine: «Se i britannici vorranno tornare nell’Ue, le porte sono aperte, come ha detto anche il presidente del Consiglio europeo Tusk». Juncker coglie l’occasione anche per specificare che «la Commissione non è in guerra con la Polonia e l’articolo 7», cui l’esecutivo ha fatto ricorso ritenendo a rischio lo stato di diritto a Varsavia, «non è una sanzione, ma una constatazione. E un monito». Sulla riforma della giustizia attuata dal governo polacco Juncker invoca un passo indietro e un compromesso con l’Ue. Sulla Bulgaria poi afferma: «Si tratta di un esempio di successo dell’integrazione comunitaria. Ora però il governo deve lottare contro la corruzione» che dilaga nel Paese.