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UE E IMMIGRATI, DA COOPERAZIONE A VISTI, ECCO MISURE COMMISSIONE

(ASCA) – Bruxelles – Tre passi per far fronte ai flussi migratori che arrivano dal Nord Africa dopo le rivoluzioni che hanno sconvolto il paese. Sono quelli stabiliti oggi dalla Commissione europea che punta alla cooperazione con gli stati terzi, attraverso accordi fatti “su misura” con i diversi paesi; propone una clausola di salvaguardia per reintrodurre rapidamente in Europa l’uso dei visti “in caso di un improvviso aumento dei flussi migratori” e promuove una nuova politica comune per l’asilo. Queste iniziative seguono la comunicazione sulla migrazione adottata dalla Commissione il 4 maggio scorso e saranno discusse al prossimo incontro del Consiglio europeo di Giustizia e Affari interni (Gai) il 9 giugno prossimo e contribuiranno a preparare il terreno per una discussione sulla politica europea di asilo e migrazione tra i capi di Stato e di governo durante il Consiglio Europeo a Bruxelles il 24 giugno. In particolare, spiega una nota diffusa da Bruxelles, le iniziative di oggi includono:

UNA COMUNICAZIONE PER UN “DIALOGO PER LA MIGRAZIONE, MOBILITÀ E SICUREZZA CON I PAESI DEL MEDITERRANEO MERIDIONALE”. La Commissione propone di instaurare dialoghi in materia di migrazione, mobilità e sicurezza con i paesi del Nord Africa. Il dialogo dovrebbe comprendere tutti gli aspetti legati alla migrazione per le future relazioni della Ue con la regione. Partenariati per la mobilità saranno concordati per gestire al meglio le opportunità di mobilità tra l’Unione europea e i paesi del Nord Africa. Queste partnership saranno create “su misura” insieme a ciascun paese partner e in cooperazione con gli Stati membri dell’Ue e dovrebbero aiutare i paesi a fare un uso migliore della loro potenziale forza lavoro, per esempio, fornendo assistenza per lo sviluppo di programmi di assunzione, il riconoscimento di competenze o assistendo i migranti tornati in patria che vogliono contribuire a costruire il loro paese di origine. Tale cooperazione strutturata dovrebbe inoltre aiutare gli Stati membri a soddisfare le loro carenze sul mercato del lavoro. Naturalmente dovranno essere messe in campo garanzie sufficienti per la facilitazione del movimento. Nel quadro del dialogo i nostri partner, evidenzia Bruxelles, dovranno garantire di adottare tutte le misure efficaci per prevenire la migrazione irregolare e consentire il rientro dei cittadini che non hanno il diritto di rimanere in Europa. La Commissione ha già preso i primi contatti con la Tunisia e l’Egitto nelle ultime settimane per iniziare questi dialoghi, e spera di coinvolgere altri partner interessati in un prossimo futuro. LA RELAZIONE ANNUALE SULL’IMMIGRAZIONE E L’ASILO (2010). Il Rapporto evidenzia i principali sviluppi, a livello comunitario e nazionale, in materia di immigrazione dello scorso anno e ricorda, ad esempio, le misure adottate a favore della Grecia nella gestione delle sue frontiere esterne. Per ovviare alle carenze individuate, la relazione contiene raccomandazioni politiche in particolare per quanto riguarda il potenziamento del controllo di frontiera, la prevenzione della migrazione irregolare, la facilitazione della migrazione legale, lo sviluppo di un sistema europeo comune di asilo, l’integrazione dei cittadini di paesi terzi e lo sviluppo della dimensione esterna della politica migratoria dell’Ue. UNA PROPOSTA DI MODIFICA DEL REGOLAMENTO UE 539/2001 IN MATERIA DI VISTI. La politica dei visti è una componente fondamentale per una politica migratoria europea efficiente. L’attuale legislazione comunitaria in materia di politica dei visti non consente di accelerare il processo decisionale. La procedura per il sollevamento o l’introduzione di obblighi di visto viene attuata attraverso la procedura ordinaria e può quindi richiedere anche qualche anno. Gli emendamenti proposti prevedono l’introduzione di una clausola di salvaguardia che permetterebbe, in certe condizioni eccezionali, la reintroduzione temporanea dell’obbligo del visto per i cittadini di un paese terzo. Questo meccanismo dovrebbe dotare l’Unione europea di uno strumento, da utilizzare solo in casi eccezionali, per evitare eventuali e gravi conseguenze della liberalizzazione dei visti e, in particolare, l’arrivo in Europa di un gran numero di immigrati irregolari o richiedenti asilo le cui richieste non sono fondate. Le modifiche proposte aiuteranno anche ad aumentare la fiducia degli Stati membri nella gestione dei visti e in una futura liberalizzazione.