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Ucraina: Shevchuk, 200.000 bambini privati dell’accesso all’istruzione

Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc) ha scritto una Lettera pastorale rivolta agli educatori. "La guerra – scrive Shevchuk – ha fatto irruzione nella sfera educativa”

Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk

Nell’anno scolastico 2023-2024, a causa della guerra, circa 200.000 bambini in Ucraina sono stati privati ​​dell’accesso all’istruzione. E’ quanto denuncia Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc) in una Lettera pastorale rivolta agli educatori.

L’arcivescovo maggiore parla di “distruzione mirata delle infrastrutture educative” che ha colpito oltre 400 istituti scolastici, tra cui 200 istituti di istruzione secondaria. L’accesso all’istruzione è reso impossibile a causa dei bombardamenti, morte di insegnanti e studenti, blackout, attacchi aerei, spostamenti di persone e l’occupazione temporanea dei territori.

“La guerra – scrive Shevchuk – ha fatto irruzione nella sfera educativa”. “Oggi ci troviamo di fronte a numeri terribili che descrivono lo stato degli scolari e degli insegnanti ucraini: il 75% dei bambini presenta segni di stress o traumi psicologici dopo lo scoppio di una guerra su vasta scala; il 54% degli insegnanti ha sperimentato la sindrome del burnout professionale”.

Secondo il Programma PISA, un’indagine internazionale promossa dall’OCSE per misurare le competenze degli studenti quindicenni dei Paesi aderenti, “gli scolari ucraini restano indietro rispetto ai loro coetanei dei paesi partecipanti di circa un anno e mezzo in matematica e scienze naturali e di quasi due anni e mezzo in lettura. Osserviamo un grande divario tra i risultati scolastici registrati in ambienti e in quelli urbani: gli studenti delle aree rurali restano indietro rispetto ai loro coetanei delle grandi città di quasi cinque anni nella lettura e di quattro anni in scienze. Le differenze tra i livelli di rendimento scolastico tra l’istruzione rurale e quella urbana non sono solo una questione educativa, ma anche sociale”.

Shevchuk si rivolge quindi agli educatori, in particolare a chi è rimasto in questo difficile momento, sotto la pressione della guerra per “portare a termine una missione luminosa in tempi bui”.

“Vi rivolgiamo parole di infinita gratitudine”, scrive Shevchuk, perché “continuando a svolgere fedelmente il vostro lavoro, siete diventati portatori di pace psicologica per le nostre famiglie”. L’arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini lancia un appello ai rappresentanti delle autorità a vari livelli. “Il destino dei bambini, dei giovani, degli insegnanti e dell’istruzione ucraina in generale dipende dalle vostre decisioni”. “Abbiamo il sacro dovere di fare tutto il possibile per evitare un disastro nel campo dell’istruzione, che per la prima volta in Ucraina si è quasi trasformato in un problema umanitario”.