Mondo
Ucraina, le bombe frenano la “carovana della pace” di luglio ma non gli aiuti e la solidarietà
È stata rimandata la partenza dall’Italia della terza “carovana della pace”, prevista per il 14-18 luglio, con destinazione Odessa e Mykolaiv. A farlo sapere al Sir sono i promotori dell’iniziativa, la rete #Stopthewarnow, che coordina oltre 175 associazioni, movimenti e enti italiani.
A Odessa, c’è un presidio dell’Operazione Colomba della Comunità Giovanni XXIII. Rientrato in Italia da due giorni, il responsabile Alberto Capannini racconta che gli operatori cercano di raggiungere Mykolaiv almeno una o due volte alla settimana per portare gli aiuti umanitari. In un video girato qualche giorno fa in un centro di distribuzione e raccolta, si vedono centinaia di persone in fila per ricevere il “pacco” con gli aiuti. Qui ogni giorno vengono distribuiti circa 600 pasti al giorno e grazie ad un pozzo, anche qualche migliaio di litri di acqua. In città sono rimasti moltissimi anziani. Le persone hanno perso lavoro. Le fabbriche sono state bombardate e la gente riesce a mangiare facendo la coda nei centri. “A Odessa – racconta Capannini – ci sono allarmi frequenti e i missili sono continuamente lanciati ma c’è una contraerea che funziona molto bene. Mykolaiv invece si trova a soli 140 chilometri dal fronte e la situazione è più dura, perché le bombe cadono tutti i giorni, ci sono morti e palazzi distrutti. In più il fronte è molto mobile. È brutto dirlo ma se le l’Ucraina perde il Donbass perde qualcosa ma se perde la costa e Odessa, perde tutto. Perde l’accesso al mare e la possibilità di esportare merci e avere contatti con tutti i paesi con cui ha legami commerciali. Quindi la battaglia a Mykolaiv, Kherson e Odessa è vitale per l’Ucraina. E questo è anche il motivo per cui abbiamo deciso di andare lì con la carovana, per dire che nessuno ha il diritto di bombardare i civili”.