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Ucraina, Draghi: “L’Italia farà la sua parte fino in fondo”

“Sono certo che l’Italia farà la sua parte fino in fondo. Come sempre nel dramma, nell’emergenza, nel terrore, ci scopriamo migliori di come pensiamo di essere”. Alla vigilia della riunione informale del Consiglio europeo su difesa, energia ed economia, Mario Draghi si è presentato alla Camera per rispondere alle interrogazioni dei deputati, monopolizzate ovviamente dalla guerra in Ucraina e dalle sue conseguenze. Il premier ha ringraziato “tutte le forze politiche, e in particolare l’opposizione, per la grande prova di unità e lo spirito costruttivo dimostrati nella gestione di questa crisi”. Ma prima ancora ha ringraziato “tutti coloro che, in questi giorni, si sono mobilitati spontaneamente per sostenere la popolazione ucraina: associazioni di volontariato del Terzo settore, amministratori locali, imprese, singoli cittadini e famiglie stanno inviando aiuti e offrendo ospitalità e assistenza ai profughi che arrivano in Italia, con grandissima generosità, con profonda umanità”.

L’8 marzo – ha riferito il presidente del Consiglio – si contavano 21.095 cittadini ucraini giunti in Italia principalmente attraverso il confine con la Slovenia. Il giorno dopo erano già saliti a 23.872, donne e bambini per oltre il 90 per cento, e “il flusso è certamente destinato ad aumentare”, ha sottolineato Draghi. Di fronte a questa crisi umanitaria “senza precedenti nel dopoguerra in Europa”, la Ue “ha applicato, per la prima volta dal 2001, la direttiva sulla protezione temporanea”, a ulteriore testimonianza di “un’unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e che ci vede in prima linea”. “La forza di un Paese e di una democrazia – ha affermato il premier – si misura anche con la capacità di difendere i valori della dignità umana, della pacifica convivenza e dell’amicizia tra i popoli”. Ma tutta “l’Unione europea ha reagito in modo unito, compatto, rapido all’invasione dell’Ucraina. Le sanzioni approvate in questa settimana, insieme a quelle degli alleati del G7 e della Nato – ha spiegato Draghi – servono ad applicare la massima pressione possibile sul governo di Mosca perché cessi le ostilità e riprenda la strada diplomatica. Questa fermezza è essenziale per difendere la sicurezza dei nostri cittadini e dell’Europa”.

Qui sono tornate alla mente le parole pronunciate l’8 marzo dal Presidente della Repubblica: “La nostra responsabilità di cittadini, di europei, ci chiama oggi a un impegno più forte per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali”. “Opporsi oggi a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi – aveva rilevato ancora Mattarella – potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono, ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso”.

Proprio per far fronte a questi inevitabili costi, Draghi ha precisato che “l’impegno sanzionatorio deve essere idealmente uguale all’aiuto alle famiglie e alle imprese”, con una particolare attenzione per i “più deboli”. Tra le misure già varate la riduzione al 5% dell’Iva sulle utenze del gas e 16 miliardi di sostegni, ma il quadro verrà meglio definito e integrato nel prossimo Documento di economia e finanza. E poi c’è tutto il capitolo dell’approvvigionamento di energia. “Un’efficace e rapida diversificazione delle fonti e un’accelerazione degli investimenti: può sembrare semplicistico ma è l’essenza di quello che dobbiamo fare”, ha ribadito il premier.