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Ucraina: arrivato a Kharkiv “il tir di papa Francesco”

Suor Olexia Pohranychna, della Congregazione delle suore greco-cattoliche di San Giuseppe, afferma: “Questi aiuti ci dicono che, anche se non è fisicamente qui, il Papa è con noi"

Ucraina, "tir di papa Francesco" ad Kharkiv (foto chiesa S. Nicola ugcc)

La macchina della solidarietà non si ferma e Papa Francesco è in prima “linea” ad aiutare i più colpiti dalla guerra. E’ arrivata a Kharkiv in questi giorni una nuova spedizione di aiuti di Papa Francesco, preparata dal Dicastero vaticano per il Servizio della Carità in collaborazione con la comunità greco-cattolica ucraina di Roma. “Un grande tir, è arrivato alla chiesa di San Nicola di Kharkiv con cibo e medicinali, soprattutto per l’influenza”, racconta al Sir suor Olexia Pohranychna, religiosa della Congregazione delle suore greco-cattoliche di San Giuseppe. “Hanno scaricato i pacchi che poi verranno distribuiti alle persone, raggiungendo anche quelli che vivono nei villaggi”. E aggiunge subito: “Vorrei esprimere un grande grazie a Papa francesco da parte di tutto il popolo che riceverà questi aiuti”.

Il popolo di Kharkiv fa i conti ogni giorno non solo con la guerra ma anche con la povertà che la guerra genera. La gente ha perso il lavoro. Gli uomini sono al fronte mentre le donne rimaste a casa, gestiscono tutto. I più colpiti sono sicuramene gli anziani, molti dei quali sono lasciati soli e molti dei quali non hanno più la salute e combattono ogni giorno la “loro” battaglia, tra scarsità di assistenza sanitaria e medicinali. “E poi, in tempo di guerra – aggiunge la religiosa -, i prezzi di cibo e medicine sono aumentati tantissimo e le persone fanno fatica ad acquistarli. Per questo, fin dall’inizio di questa aggressione russa su vasta scala, ogni giovedì presso la Chiesa di San Nicola di Kharkiv facciamo una distribuzione di aiuti. La gente si mette in fila fin dalle prime ore della mattina.E se in città si fa i conti con l’aumento dei prezzi, nei villaggi la situazione è ancora più difficile perché non ci sono supermercati o farmacie ma solo piccoli negozietti dove scarseggiano i beni di prima necessità. Ricevere aiuti e riceverli gratuitamente è per queste persone spesso essenziale”.

La religiosa ricorda che non è la prima volta che arriva qui, nella frontiera più orientale dell’Ucraina, l’aiuto di Papa Francesco. Il card. Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, aveva scelto la città di Kharkiv per celebrare quest’anno il Santo Natale ed era arrivato insieme al nunzio di Kiev. Al termine della funzione aveva detto: “Al termine della funzione, il card. Krajewski ha dichiarato: “Dal lontano, ma vicinissimo Vaticano, vi porto i saluti e gli abbracci del Santo Padre, Papa Francesco. Il Santo Padre ha fortemente voluto che io festeggiassi il Natale con voi qui a Kharkiv. Il Papa è con voi e prega ogni giorno per l’amata e martoriata Ucraina. Non solo prega, ma aiuta anche”.

Il “tir” di Papa Francesco è stato accolto con grande gratitudine. “Significa – spiega suor Olexia -che il Papa è insieme al popolo ucraino che da tre anni ormai sta soffrendo a causa di una guerra che sta distruggendo tutto. Questi aiuti ci dicono che anche se non è fisicamente qui con noi, il Papa è con noi, con la preghiera specialmente, con i suoi continui appelli ma anche e soprattutto con questi aiuti umanitari”. “Ci raggiunge anche in questi posti dove ogni giorno arrivano missili, bombe telecomandate e droni. Per questo lo ringraziamo tantissimo”.

Fa ancora “notizia” il collegamento online dei giovani con Papa Francesco la scorsa settimana. “Il Papa per la prima volta nella storia si è collegato con i giovani ucraini”, dice entusiasta suor Olexia. “Un ponte che ha unito per oltre un’ora e mezza giovani di ogni città ucraina. Hanno partecipato anche giovani da Kharkiv. E in quella occasione i giovani hanno potuto vedere e toccare con mano quanto il Papa sia vicino al popolo ucraino e questa è una grande consolazione per la nostra gente”.

Da Kharkiv purtroppo le notizie non sono mai buone. “La città è colpita dai droni shahed”, dice la religiosa, che ormai ha imparato a conoscere anche i “nomi” tecnici delle armi usate nei conflitti . “Quando arrivano, esplodono colpi che distruggono e colpiscono tutto ciò che trovano attorno. I russi si stanno avvicinando e provano a forzare la linea del fronte.. La gente a quel punto è costretta a fuggire ma in quei villaggi, hanno le loro case. Rimangono fino all’ultimo, fino a che è possibile, anche se sono colpiti dai droni. D’altronde, non saprebbero neanche dove andare. Ma quando sono obbligati a fuggire, portano via solo il necessario”. “Arrivano con pochissime cose e hanno bisogno di tutto. La guerra sta portando danni, dolore, perdite”.