Prato
Tv Prato, il vescovo Giovanni Nerbini: «La Diocesi ha voluto salvaguardare l’autonomia e difenderne l’indipendenza»
Il vescovo di Prato spiega l'operazione che ha portato all'apertura di un socio privato, l'impenditore Manuele Lo Conte, in Ope-Fin, società di proprietà della Diocesi che detiene l’85% delle quote di Tv Prato
“Credo che sulla vicenda di Tv Prato sia necessaria un’operazione verità. È dovuta ai pratesi che sentono la tv anche propria ma anche alle giornaliste e ai giornalisti, ai tecnici e a tutti coloro che ci lavorano e che stanno dimostrando indiscussa professionalità e grande attaccamento all’emittente”. Inizia così la nota a mezzo stampa inviata dal vescovo Giovanni Nerbini per spiegare l’operazione che ha portato l’ingresso di Manuele Lo Conte in Ope-Fin, società di proprietà della Diocesi che detiene l’85% delle quote di Tv Prato.
“Voglio dire con chiarezza che la Diocesi ha voluto salvaguardare prima di tutto l’autonomia della TV, difendendone l’indipendenza. Su questo aspetto sono pronto ad affrontare a viso aperto chiunque” afferma mons. Nerbini. “Adesso che è imminente un intervento di consolidamento e rilancio, certo passando da una necessaria riorganizzazione, voglio esplicitare i motivi che hanno portato, attraverso una collaborazione più ampia che non guarda soltanto alla TV, ad aprire all’ingresso di un nuovo socio in Ope-Fin, la società che detiene l’85% di Tv Prato. I Vescovi che si sono succeduti hanno creduto nello strumento televisivo sostenendolo al pari, e forse più, delle altre attività pastorali. Negli ultimi dieci anni la Diocesi per il tramite della società Ope-fin ha sostenuto la TV con diverse e onerose misure di sostegno, dirette e indirette, per coprire le croniche perdite di esercizio che hanno raggiunto la quota di 3 milioni e 400mila euro” aggiunge il vescovo.
“La Diocesi quindi non si è mai tirata indietro. Con grandi sacrifici ha sostenuto, negli ultimi anni, una importante evoluzione sia sul fronte tecnico che del personale per dare l’opportunità all’emittente di entrare nell’elenco delle prime cento tv italiane, un’operazione questa affidata alla responsabilità del presidente-direttore generale e finalizzata a raggiungere la sostenibilità economica della gestione. Nel 2022 – prosegue mons. Nerbini – la diocesi ha dovuto prendere atto che l’obiettivo non era e non sarebbe stato raggiunto. Una Diocesi con un fardello debitorio già così pesante poteva permettersi un impegno così dispendioso per un servizio pur così importante e significativo? Mi sono chiesto tante volte cosa un buon padre di famiglia avrebbe risposto alla domanda. Certo in discussione non c’è mai stato il valore della TV, la professionalità e l’impegno dei suoi dipendenti che hanno saputo dare sempre il meglio di sé. In gioco non c’era la qualità dell’informazione e dei programmi ma la sostenibilità della spesa da parte della Diocesi.
Mi sono convinto che si dovesse trovare un’altra soluzione. Per questo si è intervenuti anche nella governance con la nomina di un nuovo presidente. Da aprile sono cominciati a maturare convincimenti che la soluzione già sperimentata otto anni fa, di aprire ulteriormente ai privati, fosse quella giusta.
La soluzione che poi è stata adottata, quella dell’ingresso in Ope-Fin al 4% del nuovo socio Manuele Lo Conte, risponde a un triplice obiettivo: contribuire al processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare della diocesi (per la maggior parte donazioni), portare risorse per il consolidamento e il rilancio della tv, dare un contributo di competenze aziendali per una più efficace gestione dell’emittente.
Adesso – conclude il vescovo – è arrivato il momento di voltare pagina, avviare una nuova fase e di guardare a una nuova prospettiva. Con questa soluzione la Diocesi ha provveduto a mettere al sicuro la TV, permettendogli non solo di far tornare i conti, ma di guardare al futuro con un assetto aziendale solido, sempre al servizio di Prato e dei pratesi”.