Italia
Tv locali: Bardelli (Corallo), «ricchezza che rischia di essere distrutta»
«Entro quella data – prosegue Bardelli – più di 140 emittenti locali devono liberare le frequenze su cui trasmettono. Si tratta di realtà che operano in particolare lungo l’Adriatico, in Sicilia e in alcuni casi anche in Toscana». Il presidente dell’associazione Corallo spiega il motivo: queste tv trasmettono su «frequenze che l’Europa dichiara inutilizzabili per l’Italia perché assegnate ad altri Stati europei confinanti con il nostro Paese». Bardelli afferma che «decine e decine di emittenti sarebbero salve» se si verificasse l’effettiva interferenza, «ma il ministero non ne ha voluto sapere» promettendo «che le frequenze che sono avanzate dal beauty contest del 2012» verranno «messe in gara perché le emittenti locali, prioritariamente, possano concorrere all’assegnazione». Bardelli esprime però «un fortissimo scetticismo sulla volontà del ministero di scegliere una politica che salvi l’emittenza locale».
«Distruggere le emittenti locali significa centralizzare l’informazione e non far parlare la periferia che, invece, ha diritto di esprimersi». È il severo giudizio di Luigi Bardelli sul rischio chiusura per molte tv locali. «Negli ultimi tempi – prosegue il presidente dell’associazione Corallo – hanno assunto migliaia di dipendenti, per lo più giovani. Sarebbero tra i 1.000 e i 1.500 quelli che perderebbero il posto di lavoro se si concretizzasse la chiusura». Potrebbero non trasmettere più «qualche decina» di emittenti cattoliche nelle quali, afferma Bardelli, «in molti casi il parroco o il direttore o intere famiglie hanno investito capitali e, persino, hanno ipotecato la casa pur di ottenere il permesso per trasmettere sul digitale terrestre. Di fronte alla prospettiva di dover smettere sono disperati». «La scelta che porterà alla chiusura di diverse emittenti, anche se silenziosamente, scandalizza il mondo cattolico, soprattutto sul territorio. D’altra parte sono realtà che fanno esprimere e sono al servizio delle comunità», conclude Bardelli per il quale «resiste una piccola fiammella accesa, perché la maggioranza si rifiuta di credere che il governo voglia eliminare questa caratteristica così bella e ramificata sul territorio rappresentata dalle tv locali».