Lucca
Tutti possono lottare contro le mafie
Sara, Riccardo, Luca e Michele hanno trascorso una settimana dedicata al lavoro e alla formazione in Calabria, ospiti dell’associazione Libera. «Una vacanza alternativa», l’ha definita Michele che racconta come Libera sia stata importante, «per la presa di coscienza della popolazione nella lotta alla criminalità organizzata e come promotrice di leggi antimafia». Fondata da Don Luigi Ciotti nel 1995, proprio a questo prete la società civile deve rendere grazie per aver portato avanti (e fatta approvare dal Parlamento) la legge 109 sull’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Su questi terreni, fabbriche e attività, ora lavorano cooperative di giovani che possono guardare al futuro con fiducia, visto che la disoccupazione giovanile è una delle piaghe dell’Italia Meridionale.
Questi quattro pionieri, che da Lucca hanno raggiunto la località crotonese di Cutro, hanno riflettuto su alcune difficoltà in cui si trovano le terre dove la mafia fa da padrona. Luca: «Problemi quali la mancanza di giovani in un territorio perché manca lavoro; guardare con disprezzo Libera perché toglie le uniche opportunità di guadagno per tante famiglie che si sentono abbandonate dallo Stato; convivere con le strategie subdole della mafia che entra nel tessuto economico e politico del territorio. Sono tutti temi che ci hanno molto colpito, che ci hanno fatto capire quanto sia importante il ruolo dello Stato e quanto siano subdole le strategie dei criminali, che operano in zona grigia tra legalità e illegalità».
Due gli inviti rivolti al centinaio di uditori che hanno colto il messaggio dei quattro giovani: il primo è quello di acquistare beni, tenendo conto della responsabilità sociale che il produttore dimostra verso il mondo del lavoro, l’ambiente e il contesto sociale in cui è collocato, evitando di alimentare lavoro nero e lo sfruttamento di manodopera, soprattutto minorile. Il secondo è strettamente correlato al rapporto sulla mafia in Toscana, citato dalla professoressa Laura Soletti, referente Libera a Lucca, che parla di un aumento dei fenomeni di mafia e ’ndrangheta, e nessuno immaginava tali dati in una regione come la nostra. Ma non è un caso se tra i concetti espressi da Sara, Michele, Luca e Riccardo c’è proprio il monito secondo cui «la mafia agisce in modo subdolo».