Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Tutti per terra per ricordare i profughi morti in mare

Tutti giù per terra. Proprio come gli immigrati morti in fondo al mare. Ha avuto una vasta eco l’iniziativa del Liceo Scientifico “Liceo Redi” di Arezzo. Un’iniziativa presa per denunciare l’insopportabile indifferenza dell’opinione pubblica italiana, di fronte alla tragedia dei profughi che perdono la vita nella traversata dal Nord Africa verso le coste italiane. Si sono dati appuntamento alle 11 di mattina di fronte all’ingresso dell’istituto, assieme al preside Anselmo Grotti e si sono stesi a terra per ricordare l’ecatombe che in questi ultimi giorni si è verificata nel bel mezzo del Mar Mediterraneo. «Per noi che rimaniamo vivi dimenticare sarebbe una colpa incancellabile», si leggeva in un cartellone esposto dai ragazzi. Per cinque lunghi minuti i ragazzi sono rimasti a terra, in silenzio, mentre la loro compagna Claudia ha letto una lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato al Corriere della Sera. «Le notizie relative ai duecento, forse trecento esseri umani scomparsi giorni fa in acque tunisine non riuscendo a salvarsi da un barcone travolto dalle onde, sono sparite dai giornali e dai telegiornali prima ancora che si sapesse qualcosa di più sull’accaduto», aveva scritto il presidente della Repubblica. «E con eguale rapidità è sembrata cessare la nostra inquietudine per un fatto così atroce. Non si è trattato – lo sappiamo – di un fatto isolato, ma di un susseguirsi, negli ultimi mesi, di tragedie simili.[…] Ma se in qualche modo è istintiva l’assuefazione, è fatale anche che essa induca all’indifferenza?A me pare sia questa la soglia che non può e non deve essere varcata.La comunità internazionale, e innanzitutto l’Unione europea, non possono restare inerti dinanzi al crimine che quasi quotidianamente si compie organizzando la partenza dalla Libia, su vecchie imbarcazioni ad alto rischio di naufragio, di folle disperate di uomini, donne, bambini».«L’iniziativa voleva essere una risposta alle parole di Napolitano», spiega il preside del Redi Anselmo Grotti. «È un modo per dire che c’è chi non rimane indifferente a certe tragedie».