Prato

Tutti insieme in piazza contro la crisi

Prato non ci sta. Non ci sta a subire, inerme, un inesorabile declino economico del proprio cuore pulsante, il distretto tessile. E reagisce con discesa in piazza e con la solidarietà. La città ha infatti deciso di manifestare compatta, questo sabato 28, con un’iniziativa cui hanno aderito tutti, amministratori, forze economiche e sociali. E allo stesso tempo di «autotassarsi», con una «una tantum», volontaria, di cinque euro trattenuta, a tutti i lavoratori che lo desidereranno (ci sarà poi il contributo delle imprese), sullo stipendio di febbraio, per dare una mano – tramite il fondo «Insieme per la famiglia» della Diocesi – a chi, e sono tante famiglie, è stato messo in seria difficoltà dalla crisi. La manifestazione – Il grido della città è affidato ad una grande manifestazione cui hanno aderito tutti, riuniti intorno al Tavolo di distretto: dalle istituzioni (Provincia, comuni di Prato, Montemurlo, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Poggio a Caiano, Carmignano, Comunità montana Val di Bisenzio) a tutte le associazioni di categoria e sindacali (Unione Industriale, Camera di Commercio, CNA Artigianato, Confartigianato Imprese, Cgil, Cisl, Uil, Unione Commercianti, Confesercenti, Federazione Coldiretti, Unione agricoltori, Confederazione Italiana Agricoltori, Confcooperative, Lega Cooperative, Associazione Generale Cooperative Italiane). La voce di Prato salirà questo sabato 28 e sarà, simbolicamente, affidata ad uno striscione lunghissimo che, da piazza Mercatale passerà per piazza san Marco e arriverà sul viale della Repubblica, all’Istituto Buzzi. Un messaggio lungo un chilometro, incorniciato dal tricolore, con la scritta «Prato non deve chiudere». Per riprenderlo tutto si alzerà in volo un elicottero dal quale saranno scattate le foto. Lo slogan lo ha scelto lo stesso Tavolo di distretto «per sollevare il «caso Prato» e trovare interlocutori in Regione e al Governo», come si sottolinea in una nota. «Il frutto più importante del lavoro di questi mesi è la coesione, la forza che possiamo acquisire se siamo tutti uniti a difendere Prato e il suo sistema. Il distretto, da decenni, garantisce lavoro e dà un contributo importante all’eccellenza del made in Italy. Dobbiamo far sentire la nostra voce adesso, perché fra qualche mese potrebbe essere troppo tardi». La manifestazione comincia alle 9 del mattino in piazza Mercatale. Sarà aperta dal presidente della Provincia Logli, dal sindaco Romagnoli e dai rappresentanti di industriali, artigiani e sindacati. Da qui partirà lo striscione, fotografato, come detto, da un elicottero. Mentre su un palco, in piazza, con uno spettacolo dedicato a Fabrizio De Andrè, si esibirà il «Four Steps Choir», un coro di 40 elementi e una piccola orchestra, diretti da Gloria Clemente. Insieme allo striscione, dalla piazza, partirà ance il corteo che si dirigerà verso piazza San Marco e poi, attraverso via Ferrucci, verso viale della Repubblica fino all’Istituto Buzzi. Davanti alla bandiera ci saranno i ragazzi delle scuole superiori, mentre ci vorranno oltre mille persone per far camminare lo striscione. Tutta la cittadinanza è invitata a mobilitarsi, chiamata a raccolta con volantini, manifesti, e con gli spot su Radio Insieme e su Radio Antenna Toscana 1. Alla manifestazione hanno dato la propria adesione rappresentanze di Biella, Como, Vicenza e Carpi, le altre città del tessile italiano, che saranno presenti con il loro gonfalone.

(dal numero 9 del 1° marzo 2009)

Anche la Diocesi partecipa con la veglia in Duomo questo venerdìOltre ad aver promosso l’iniziativa della «Una tantum» di solidarietà per il fondo «Insieme per la famiglia», la Diocesi di Prato partecipa alla mobilitazione della città con una veglia di preghiera. Venerdì 27, alle 21,15, in duomo, sarà il Vescovo a presiedere la funzione, promossa dalla Pastorale sociale e del lavoro e dal Vicariato per laicato e aggregazioni ecclesiali. «Sarà un modo di prepararsi interiormente alla manifestazione della città del giorno dopo, un modo per trovare le motivazioni interiori alla solidarietà e all’attenzione verso chi è in difficoltà», spiega don Pierluigi Milesi, vicario episcopale al laicato. «Partiremo, infatti, dalla lettura di importanti testi della dottrina sociale della Chiesa».

Dalla busta paga di febbraio un sostegno a chi non ce la fa

I lavoratori pratesi tendono la mano ai loro colleghi in difficoltà, destinando – prima iniziativa del genere in Italia – dal proprio stipendio di febbraio cinque euro a favore delle famiglie e delle persone in difficoltà economica. Un sostegno viene anche dalle imprese che verseranno almeno cinque euro per ogni titolare dipendente o collaboratore. L’iniziativa è di tutta la città: Diocesi, Comune, Provincia, Cgil, Cisl, Uil, Unione industriale, Cna, Confartigianato, Confesercenti, Unione commercianti, Camera di Commercio, Coldiretti, Lega Coop, Confcooperative, Cogefis. Tutti quanti hanno fatto proprio l’appello che, a Pasqua dello scorso anno, aveva lanciato il Vescovo Simoni e, con il suggerimento di un industriale locale, hanno deciso di aderire a questa speciale «una tantum» di solidarietà a sostegno del fondo «Insieme per la famiglia». Si tratta del fondo gestito dall’associazione di volontariato onlus omonima, in ambito Caritas diocesana, proprio per il sostegno, nel pagamento di utenze, rate di mutuo e affitti, alle famiglie che non ce la fanno, spesso perché hanno perso un lavoro. Un’iniziativa partita nel 2003 – prima del genere in Italia, ripresa adesso da diocesi come quella di Milano – nel 350esimo della diocesi di Prato.L’accordo, presentato venerdì scorso in palazzo vescovile, prevede che i dipendenti di tutte le imprese possano contribuire volontariamente al fondo, delegando il datore di lavoro al prelievo di cinque euro dalla busta paga di febbraio; analogamente e indipendentemente le imprese si impegnano a versare un contributo – almeno equivalente – per ogni titolare.Per il Vescovo si tratta di «una corale mobilitazione della città che probabilmente non ha eguali in Italia e di cui sono davvero grato a tutte le componenti della nostra città». «In cinque anni – sottolinea Idalia Venco, direttore della Caritas pratese – il fondo ha erogato aiuti per ben 400mila euro, per il pagamento di rate del mutuo, di affitti prima che scatti lo sfratto, di bollette, ma anche le spese per il dentista o per i libri scolastici».Il fondo è attualmente gestito in seno alla Caritas, tuttavia il Vescovo ha chiesto che nell’associazione onlus «Insieme per la famiglia» entrino a far parte anche i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni che hanno promosso la contribuzione volontaria. L’auspicio di Gabriella Melighetti, già segretaria Cisl, che ha coordinato il tavolo, è che l’«una tantum» di febbraio possa ammontare complessivamente ad oltre 100mila euro.Il Vescovo tiene a precisare: «Si tratta di un’iniziativa di solidarietà corale, che non intende e non può sostituire né gli ammortizzatori sociali, né i compiti della politica, chiamata a dare risposte concrete alle difficoltà sempre più gravi delle famiglie e dei singoli».Nel 2008 si sono registrati a Prato 4 licenziamenti al giorno. La manifestazione promossa dagli enti locali e dalle categorie sociali per questo sabato 28, oltre a richiedere l’attenzione nazionale sulla situazione pratese, sarà anche l’occasione per una particolare sensibilizzazione a favore dell’«una tantum». Venerdì 27, alle 21,15, in duomo si terrà una veglia di preghiera. Come annunciato nello scorso numero, anche la raccolta per la Quaresima, promossa dalla Diocesi, sarà devoluta al fondo «Insieme per la famiglia», con un particolare invito alla riflessione sul bilancio familiare.Fra le altre iniziative di sostegno della Diocesi alla città in difficoltà in questa grave congiuntura economica, ci sono i consolidati Centri d’ascolto Caritas, quello centrale e quelli parrocchiali: 50mila sono gli euro impiegati dai Centri di ascolto per pagare le utenze a famiglie in crisi. C’è poi l’iniziativa dell’Emporio Caritas, aperto nello scorso giugno, secondo in Italia dopo quello di Roma. Dall’apertura sono stati distribuiti prodotti alimentari e di prima necessità per quasi 200mila euro.C’è poi l’iniziativa del Microcredito, promossa, in accordo con Cariprato, da Diocesi, associazioni di volontariato, enti locali e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.