Prato

Tutti contro la «Superprovincia»

di Damiano FedeliLa miccia è esplosa nel pomeriggio di mercoledì 12. È stato allora che un cominicato diffuso dalla Provincia di Firenze annunciava ufficialmente la firma del Patto per lo sviluppo 2010 fra la stessa provincia di Firenze, i Comuni, le Comunità Montane, le associazioni di impresa e le organizzazioni sindacali fiorentine. Questione del capoluogo, quindi? Nient’affatto, perché – recitava il comunicato – «tutti i firmatari del patto si siano impegnati a condividere un progetto organico per la creazione di una Provincia Unica di Firenze Prato e Pistoia». Ovvero? Una «superprovincia» – come l’hanno ribattezzata i giornali – da 73 comuni e un milione e mezzo di abitanti? Stando al comunicato parrebbe proprio di sì: nel patto sarebbe infatti stato deciso «di dar vita a un’Agenzia per l’Area Metropolitana, quale laboratorio di discussione, analisi ed elaborazione delle politiche di area vasta (a partire dagli interventi di semplificazione amministrativa) necessario per definire un’unica provincia della Toscana Centrale, frutto dell’unione delle province di Firenze, Prato e Pistoia».Quando ha letto quel testo, il presidente della Provincia di Prato, Lamberto Gestri, è balzato sulla sedia. Affrettandosi a bocciare il progetto: «La nostra Provincia è nata da una battaglia dei cittadini e da una forte volontà popolare e non possiamo cambiare gli assetti istituzionali a forza di colpi di mano di una amministrazione». «Sì a definire in fretta progetto di sviluppo metropolitano condiviso e concreto – prosegue il Presidente – no a nuovi assetti istituzionali decisi a tavolino senza ascoltare i cittadini e le istituzioni che li rappresentano». E ancora: «Barducci (presidente della Provincia di Firenze, ndr) sa bene che a Prato non siamo d’accordo sul progetto di superprovincia. Ieri gli ho telefonato per spiegare di nuovo la nostra posizione a fronte di un nuovo intervento che nasce, peraltro, senza alcun confronto con le province di Prato e Pistoia. È invece più che mai necessario, e su questo stiamo già lavorando con impegno, un progetto di sviluppo metropolitano. In una fase storica come questa è più importante remare tutti dalla stessa parte sulle cose da fare, e farle davvero, che dividersi sul futuro degli assetti istituzionali. È più che mai necessario cambiare decisamente passo, come già in parte stiamo facendo, insieme ai comuni di Firenze, Prato e Pistoia, sul fronte della collaborazione sui progetti concreti che riguardano certamente la grande programmazione territoriale, dalle infrastrutture allo sviluppo urbanistico, dalla pianificazione territoriale al turismo, dalla ricerca alla cultura». Una strada già avviata, secondo Gestri, dopo la nascita, sempre la scorsa settimana, del tavolo per le strategie comuni delle tre Province: «Si occuperà delle grandi funzioni di interesse interprovinciale, della programmazione infrastrutturale e del sistema delle aree protette. Intanto è appena stato definito un progetto condiviso per il turismo».Intanto, l’assessore regionale a Bilancio e Rapporti istituzionali Riccardo Nencini, in un’intervista a Repubblica, bacchetta i pratesi vedendo nelle loro posizioni «preoccupazioni municipalistiche e l’assenza di obiettivi condivisi. Faremo dei passi avanti se mostreremo ai pratesi i vantaggi di una diversa organizzazione. Perché o noi costruiamo un governo della Toscana centrale oppure non abbiamo più cittadinanza in Europa». Le preoccupazioni e le bocciature del progetto a Prato sono senza appello: «Ma cosa vuol dire “superprovincia”?», sbotta Roberto Risaliti, presidente del Comitato provinciale Area Pratese. «Nella costituzione, modificata nel suo Titolo V, esistono semmai le “Città metropolitane”. Firenze la potrebbe fare, ma, stando così le leggi, solamente all’interno del proprio territorio provinciale. Addirittura, se qualche comune non ci volesse stare, potrebbe chiedere l’annessione a una provincia confinante». Un’eventuale riunificazione delle province porterebbe «a un deponziamento dei comuni», secondo Risaliti che elenca tutti i vantaggi portati al territorio pratese dalla Provincia: «Se prima arrivavano 4 miliardi, adesso arriva trenta volte tanto. E poi sono arrivati tantissimi uffici, dalla prefettura al catasto alla motorizzazione, fino ai comandi provinciali di Guardia di finanza e Vigili del fuoco. Certo, i problemi di Prato non finiscono con i confini e bisogna lavorare a livello di Area interprovinciale con Firenze e Pistoia. Ma rinunciare alla Provincia ci riporterebbe di 150 anni indietro».

(dal numero 19 del 23 maggio 2010)