Vita Chiesa

Tutta la nostra vita è «liturgia»

Secondo la teologa domenicana Antonietta Potente, l’Assoluto lo «possediamo» solo quando stiamo insieme. Credo che questo sia molto vero, visto che Gesù nel Vangelo si esprime così: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». Dio è presente nei Tabernacoli di tutte le chiese del mondo, nei Sacramenti, nella Parola, nei suoi ministri. Tuttavia, credo che dovremmo superare la divisione che spesso è stata fatta fra sacro e profano, fra puro e impuro, e che Gesù, nel Vangelo, condanna. Ogni luogo, infatti, è luogo della sua presenza; ogni persona è tempio del Signore.

Nessuno di noi, in qualunque situazione della vita, può restare privo della Presenza di Dio. Prima di tutto, infatti, la sua dimora è dentro di noi. E’ bellissimo prendere coscienza del fatto che ogni nostro gesto, ogni azione della vita quotidiana può diventare un gesto liturgico. Se, infatti, noi siamo il luogo dove Dio abita, la nostra quotidianità deve diventare una liturgia vivente. La lode, il canto, la supplica, i gesti della celebrazione liturgica, devono trasformarsi in vita. Nessun aspetto delle nostre giornate è «da buttare via», allora, ma tutto diventa «santo» se vissuto con questa consapevolezza. Basterebbe ricordarci di ringraziare spesso il Signore, durante la giornata; offrirgli le contrarietà; chiedergli spesso perdono per la poca corrispondenza al suo amore gratuito; semplicemente, godere di tutto, ricordandoci che tutto viene da Lui. Si è spesso pensato, in passato, che alla parola «godere» fosse da associare inevitabilmente il peccato. Ma, se pensiamo all’esperienza di Cristo, ci accorgiamo che Lui godeva molto delle varie esperienze della vita: gli piaceva stare con gli amici, mangiare, fare festa. Gabrielle Bossis, una delle più grandi mistiche del secolo appena passato, era una laica, immersa nelle vicende del mondo. Aveva dialoghi interiori con Gesù, che annotava in un quaderno. Ebbene, «Lui», come lo chiamava la Bossis, le parlava in treno, durante una festa, per strada, in chiesa. Ovunque. È bello scoprire che Dio è il Dio della vita, l’appassionato della Terra. Egli è l’amante dell’essere umano e di tutto ciò che lo riguarda. Lo segue in ufficio, alle poste, in autobus, al cinema, nel campo di calcetto… Gesù, facendosi carne, ci ha fatto capire che essere suoi amici non significa disprezzare le cose terrene ma, anzi, amarle con passione, per portare tutto a Lui. Perché chi è molto spirituale è anche, sempre, una persona profondamente umana. Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio