Vita Chiesa
Tutela dei minori e prevenzione degli abusi: in ogni diocesi toscana un centro d’ascolto per accogliere segnalazioni e denunce
È entrato nella fase operativa, con una giornata di formazione che si è svolta oggi alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, il «Servizio regionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili» che le Diocesi toscane hanno istituito in linea con le indicazioni emanate dalla CEI.
Un percorso iniziato qualche mese fa con la con la nomina di un vescovo incaricato, il vescovo di Massa Marittima e Piombino mons. Carlo Ciattini, e di un coordinatore regionale, suor Tosca Ferrante, e con la definizione di un gruppo di lavoro regionale costituito da esperti laici e chierici. Nel frattempo, ogni diocesi ha provveduto a nominare un referente diocesano.
Proprio i referenti diocesani si sono riuniti oggi per un evento formativo sull’organizzazione e la gestione di un ufficio diocesano per la tutela dei minori. Dopo i saluti del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e Presidente della Conferenza Episcopale Toscana, e di mons. Carlo Ciattini, sono state portate le esperienze di alcuni uffici diocesani, quelli di Bolzano e di Bergamo. A Suor Tosca Ferrante invece il compito di illustrare i compiti del Servizio regionale.
Nel pomeriggio, i partecipanti alla giornata formativa si sono potuti confrontare con due magistrati: Filippo Focardi, Sostituto Procuratore della Procura per i minorenni di Firenze, e Luca Guido Tescaroli, Procuratore Aggiunto della Procura Generale di Firenze, che hanno illustrato i percorsi seguiti dagli organi dello Stato nei casi di abusi su minori o su persone fragili.
“La sfida più importante – ha affermato il cardinale Giuseppe Betori – è quella di mettere le persone che sono state e sono vittime di abusi al primo posto: accoglierle, ascoltarle, sostenerle e proteggerle”. In ogni diocesi, ha spiegato “ci sarà una persona preparata per accogliere le segnalazioni e le denunce: un Centro di ascolto, una linea telefonica dedicata, un indirizzo di posta elettronica e “un luogo riservato” dove poter incontrare chi è “sopravvissuto” a tali gravissimi fatti e dare aiuto, dare risposte chiare e immediate, e trasparenti, in modo da permettere una corretta individuazione degli autori di questi terribili reati, evitandone la reiterazione e accedendo in tempi rapidi ai percorsi di giustizia adeguati”.
L’evento organizzato alla Facoltà Teologica ha messo in atto anche la volontà di attuare la più ampia collaborazione con l’autorità giudiziaria, come indicato da Papa Francesco e dalle Linee guida della Conferenza Episcopale Italiana: “Un cammino – ha sottolineato Betori – che impegna la Chiesa anche nella leale collaborazione con la giustizia dello Stato”.
Durante l’incontro si è parlato anche di prevenzione: “Abbiamo bisogno – ha affermato il cardinale Betori – di diffondere e condividere buone prassi per la tutela dei minori e dei più vulnerabili, per garantire luoghi sicuri, comportamenti adeguati e persone affidabili”. Per questo sono già attivi, nella formazione al sacerdozio e alla vita religiosa, percorsi che integrano la preparazione religiosa e spirituale con il supporto delle scienze umane.
Su questo è intervenuto anche il vescovo incaricato della Conferenza episcopale toscana per la tutela dei minori, mons. Carlo Ciattini: “non possiamo limitarci – ha affermato – a perseguire i crimini, ma è urgente addentrarci nel sottobosco oscuro in cui si annidano le cause di questi turpi comportamenti”. “Il male – ha aggiunto – va curato nei suoi primi sintomi, senza aspettare che la malattia esploda. Una Chiesa che non interviene è destinata a tradire la sua missione di annuncio evangelico e di lavoro educativo, oltre a vedere minata irreparabilmente la credibilità dei suoi sacerdoti”.
La giornata è stata moderata da Stefano Lassi, psichiatra e psicoterapeuta, che fa parte del Servizio regionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili (oltre che del Consiglio di Presidenza del Servizio nazionale), e che da tempo collabora con la Facoltà teologica dell’Italia Centrale e con i Seminari della Toscana. “E’ importante – ha affermato – che tutte le persone che nella Chiesa operano in questo settore possano incontrarsi e condividere esperienze e proposte, nell’ottica di una sempre maggiore efficienza nella prevenzione di ogni forma di abuso”.