Toscana

TURCHIA, MAROVITCH (VESCOVI TURCHI): NO ALLA VIOLENZA, SÌ AL DIALOGO

“Per dirimere le controversie politiche non serve la violenza ma il dialogo e il negoziato”: a ribadirlo, dopo le grandi manifestazioni dei giorni scorsi in Turchia, contro la candidatura di Abdullah Gul del partito islamista alla presidenza dello stato, è il portavoce dei vescovi turchi, mons. Georges Marovitch. “Il rispetto di tutte le opinioni è fondamentale – dichiara al Sir – così come quello delle minoranze e dei loro diritti. Non importa sapere chi sarà il prossimo presidente ma importa verificare il rispetto delle leggi e dei diritti. Credo – aggiunge – che non può essere l’esercito a imporre le leggi”. “In questo clima politico – conclude – la Chiesa è impegnata a pregare per la pace e il bene comune di tutti i turchi”. Il 1° maggio la Corte costituzionale turca aveva dichiarato nulla la prima votazione presidenziale per assenza di numero legale, che vedeva in testa Abdullah Gul, attuale ministro degli esteri e figura di spicco del partito del premier Recep Tayyip Erdongan. Intanto, su un altro fronte, la Commissione affari costituzionali del Parlamento di Ankara ha stabilito che si svolgeranno il prossimo 22 luglio le elezioni anticipate, la cui convocazione è conseguenza del confronto istituzionale apertosi tra le due principali componenti del panorama politico turco, quella laica e quella islamica moderata capeggiata da Erdgan.

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