Un giro di vite. Non usa mezzi termini mons. Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale turca (Cet) per definire la decisione, da parte delle autorità turche, di lasciare come museo la chiesa di san Paolo a Tarso. Con un documento dell’8 luglio del Ministero del Turismo, inviato il 28 luglio al direttore del museo di Tarso spiega al SIR mons. Padovese che è anche vicario apostolico dell’Anatolia, nella cui giurisdizione si trova Tarso le autorità turche hanno stabilito che la chiesa, dove nel trascorso Anno paolino si sono tenute le celebrazioni dei pellegrinaggi, torni ad essere adibita a museo. Per celebrare, ora, servirà effettuare una prenotazione alla direzione del museo almeno tre giorni prima, dietro pagamento di biglietto. Senza prenotazione non si potrà più celebrare. Inoltre aggiunge il vicario apostolico se le messe dovessero nuocere al museo e impedire la visita ai turisti, queste dovranno avere una durata minore. La situazione è peggiorata denuncia il presidente dei vescovi turchi siamo di fronte ad un evidente giro di vite in tema di diritti. Forte il disappunto di mons. Padovese soprattutto dopo tante parole e impegni presi per consentire ai cristiani di avere un luogo di culto permanente a Tarso. Si tratta di un mancato riconoscimento di un diritto di libertà religiosa e di culto. Al disappunto di mons. Padovese si aggiunge anche quello dell’arcivescovo di Colonia, il card. Joachim Meisner, che, con il Governo tedesco, da tempo è impegnato a favore della chiesa di Tarso. Secondo quanto riferito al SIR dallo stesso mons. Padovese, il cardinale di Colonia, in una nota inviatami, parla di promesse non mantenute, di mancata libertà religiosa, di trattamento indegno messo in atto contro la Chiesa e di decisioni non conformi con le direttive europee. Lo stesso cardinale esorta le centinaia di migliaia di turchi residenti in Germania a far sentire la loro voce contro questa decisione, in forza dei loro diritti rispettati in Germania. Giusto un mese fa, in occasione della chiusura dell’Anno paolino, mons. Padovese dichiarò al SIR che la chiesa-museo di san Paolo, a Tarso, sarebbe stata utilizzata, anche dopo il 30 giugno, come luogo di culto, in attesa di una decisione definitiva da parte delle Autorità centrali e locali turche, che attendiamo presto. La città di Tarso ha un debito con l’apostolo Paolo che l’ha resa famosa nel mondo. I pellegrini che continueranno ad affluire a Tarso, anche ora che l’Anno Paolino è stato chiuso, hanno bisogno di una chiesa in cui raccogliersi in meditazione. In un museo non si può pregare. Ringrazio le autorità per aver compreso questa esigenza. Purtroppo l’esigenza non è stata compresa come sperato dalla Chiesa.Sir