Vita Chiesa

TURCHIA, I VESCOVI PER L’ANNO PAOLINO: INTENSIFICARE IL DIALOGO CON IL MONDO MUSULMANO

“Prima di essere cattolici, ortodossi, siriani, armeni, caldei, protestanti, siamo cristiani. Su questa base si fonda il nostro dovere di essere testimoni. Non lasciamo che le nostre differenze generino diffidenze e vadano a scapito dell’unità di fede; non permettiamo che chi non è cristiano s’allontani da Cristo a motivo delle nostre divisioni”. E’l’esortazione rivolta dai vescovi di Turchia nella Lettera pastorale “Paolo, testimone e apostolo dell’identità cristiana”, redatta in occasione dell’Anno Paolino (28 giugno 2008 – 29 giugno 2009) indetto dal Papa per il bimillenario della nascita di San Paolo. Nel documento, diffuso oggi, i presuli invitano i cristiani presenti nel Paese anatolico ad “intensificare il dialogo con il mondo musulmano: il dialogo della vita, dove si convive e si condivide; il dialogo delle opere, dove cristiani e musulmani operano insieme”; il dialogo “dell’esperienza religiosa” e quello “degli scambi teologici”. “Questo dialogo – spiegano – non significa mettere da parte le proprie convinzioni religiose. Si dialoga veramente quando ciascuno rimane se stesso, mantenendo intatta la propria identità di fede, non tacendo mai, per nessuna ragione, quanto potrebbe apparire difficile da capire per chi non è cristiano”.

Nella lettera dei vescovi anche l’invito all’unità e al rafforzamento dell’identità cristiana, secondo l’insegnamento di San Paolo, “patrimonio di tutti i discepoli di Cristo, ma particolarmente di noi che siamo figli di questa terra che lo ha visto nascere, predicare Cristo senza sosta e testimoniarlo in tante prove”. Le “nostre comunità”, si legge nel documento, “vivono in una situazione di minoranza religiosa. Siamo immersi in un mondo musulmano dove la fede in Dio è ancora ben presente, sia nei suoi aspetti tradizionali che nell’affermarsi di nuove organizzazioni religiose islamiche. Proprio questa situazione, per alcuni aspetti simile a quella delle prime comunità viventi in diaspora, ci impone una più chiara coscienza della nostra identità” che non si fonda, precisano i vescovi, sulla “fede in Dio, comune con i fratelli musulmani e con tanti altri uomini”, ma sulla “fede in Cristo”. Per i vescovi, gli scritti e la testimonianza di San Paolo “sono sempre stati stimolo ed anche esame di coscienza sul modo di essere cristiani. Contro i sempre ricorrenti tentativi di rendere la fede cristiana un fenomeno religioso che non esige conversione – affermano – Paolo è sempre pronto a ricordarci che “cristiani non si nasce, ma si diventa”.

In preparazione all’Anno Paolino, i presuli invitano le con unità cristiane presenti in Turchia a “leggere personalmente le lettere” dell’Apostolo, “a farne motivo di studio all’interno delle parrocchie, a coltivare iniziative ecumeniche”. “Da parte nostra – proseguono – vi invitiamo a recarvi da pellegrini in luoghi di memoria paolina che abbiamo il privilegio di possedere nella nostra terra: Tarso, Antiochia, Efeso”. Nella lettera anche alcune informazioni pratiche: “In quanto Chiesa cattolica di Turchia, apriremo l’Anno Paolino il 22 giugno 2008 a Tarso con la celebrazione eucaristica preseduta dal card. Walter Kasper”. Dopo l’apertura solenne si terrà un simposio su San Paolo a Tarso/Iskenderun (22-24 giugno). In programma anche un pellegrinaggio nazionale sui passi dell’Apostolo a Tarso, Antiochia, Efeso. I presuli fanno inoltre sapere che sono in cantiere ulteriori iniziative “assieme ai nostri fratelli ortodossi e protestanti”, i cui dettagli verranno diffusi nei prossimi mesi.

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