Siamo in attesa di vedere passi concreti. Finora non si è mosso niente. Sono contento dell’interesse delle autorità di Ankara e locali, ma bisognerebbe passare dalle parole ai fatti. Così mons. Luigi Padovese, presidente dei vescovi turchi (Cet) fa il punto sulla chiesa di san Paolo di Tarso, oggi museo, di cui, da tempo, si attende la restituzione al culto. Il ministero del Turismo e della Cultura spiega al Sir il vescovo – non ha rinnovato al museo di Tarso l’affitto per quello che riguarda l’uso della chiesa-museo di san Paolo. Questo può essere considerato come piccolo segno positivo. Resta, tuttavia, ancora valida la prassi per i pellegrini che vogliono celebrare nella chiesa-museo, ovvero avvisare, tre giorni prima dell’arrivo, il vice-prefetto o il responsabile del museo stesso. Sul futuro mons. Padovese mostra un cauto ottimismo: so che l’ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede è intenzionato a trovare una soluzione quanto prima. Sarebbe anche importante che non ci si limitasse solo alla situazione di Tarso ma si allargasse lo sguardo a tutte le realtà cristiane turche, partendo dalla considerazione che non siamo minoranza. Ciò che conta spiega il presidente della Cet – è che siamo, sono, cittadini turchi ed è sulla base della cittadinanza che deve essere fatto valere il diritto alla libertà religiosa. L’essere minoranza non può essere un fatto discriminatorio. La Turchia conclude – è l’unico Paese, a maggioranza islamica, laico, ma come emerge anche dai Lineamenta del Sinodo per il Medio Oriente, il concetto attuale di laicità pone ancora dei problemi alla sua piena libertà religiosa. La laicità sarà uno dei punti emergenti al Sinodo. Un tema difficilmente accettabile per il mondo musulmano che spesso non separa politica e religione.Sir